Treviso, infermiera No vax finge di iniettare vaccini ai bambini: condannata a risarcire 550 mila euro

A fare scandalo era stato il caso di Emanuela Petrillo, allora assistente sanitaria di Spresiano (Treviso), oggi 35enne, denunciata e licenziata nel 2017 con l'accusa di avere finto di iniettare la dose vaccinale a centinaia di bambini.

Treviso, infermiera No vax finge di iniettare vaccini ai bambini: condannata a risarcire 550 mila euro

Il processo per le ipotesi di peculato, falso e omissione d’atti d’ufficio è ancora in corso, davanti al tribunale di Udine, ma intanto, ieri, la sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia della Corte dei Conti ha condannato l’ex infermiera a risarcire 550 mila euro all’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale.

Nel tirare le somme e contestare all’ex assistente sanitaria un “inutile esborso di risorse finanziarie pubbliche“, la Procura contabile aveva concluso per un danno pari a 660 mila euro.

La vicenda

Emanuela Petrillo, ex infermiera dell’Ulss, dovrà risarcire per 550mila euro di danni (più 33mila euro di spese legali) l’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale di Udine (Asufc). La 38enne di Spresiano, che è processo a Udine con l’accusa di aver solo finto di inoculare vaccini a circa 8 mila pazienti, per lo più bambini, durante il periodo in cui – tra il 2009 e il 2016 – svolgeva servizio alle Asl del capoluogo friulano, Codroipo e Treviso, è stata riconosciuta colpevole dalla Sezione del Friuli Venezia Giulia della Corte dei Conti.

Secondo la Procura, per effetto della condotta attribuita all’ex assistente sanitaria “la quale avrebbe solo apparentemente inoculato ai piccoli pazienti i vaccini agli stessi destinati, escludendo così di fatto e nell’inconsapevolezza generale, la risposta immunitaria attesa” sulla sanità regionale sono gravati i costi di “una complessa attività rimediale, sostanzialmente finalizzata, all’esecuzione di nuove somministrazioni vaccinali nei confronti della popolazione infantile ritenuta interessata dal disservizio“. 

Va comunque detto che la 38enne sarà condannata solo nel caso in cui venga dichiarata colpevole nei tre gradi di giudizio nel processo in cui di fronte ai giudici di Udine deve rispondere di peculato, omissione d’atti d’ufficio e falsità in dichiarazione. Nella sentenza della Corte dei Conti si legge che la donna “ben sapeva quel che faceva” e “ha agito con dolo“.

Nel sangue degli ex pazienti della Petrillo non vi sarebbe stata alcuna risposta anti-virale. Su 159 provette testate nel corso dell’incidente probatorio disposto dalla Procura di Udine, 153 sono quelle che risultano contenere sangue che non ha reagito al vaccino. Un risultato che sembra inchiodare Emanuela Petrillo, sostanziatosi in una valutazione statistica sulla risposta alla somministrazione dell’antigene del morbillo.

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