Trento, scomparsa Sara Pedri: 6 colleghe vogliono avviare una causa per mobbing

Dopo la scomparsa di Sara Pedri, avvenuta il 4 marzo scorso, altre sei operatrici del reparto dell'ospedale di Santa Chiara di Trento vogliono avviare una causa per mobbing.

Trento, scomparsa Sara Pedri: 6 colleghe vogliono avviare una causa per mobbing

Di Sara Pedri, la ginecologa 31enne scomparsa il 4 marzo, non ci sono ancora tracce anche se la situazione critica del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento era nota da tempo. 

Molti professionisti, infatti, avevano chiesto negli anni trasferimenti da quella struttura presso nuovi sedi, tanto che il nosocomio ha visto un continuo ricambio di lavoratori. Saverio Tateo, primario del reparto, è stato trasferito al ruolo di coordinatore territoriale del percorso nascita di Pergine Valsugana, chiedendo un periodo di ferie in attesa di eventuali provvedimenti disciplinari.

I colleghi di Sara non si fermano e chiedono giustizia

Ma dalla scomparsa della ragazza, i colleghi di Sara non si sono mai fermati in nome della giustizia. Dopo aver testimoniato contro la gestione del reparto di ginecologia, sei operatrici, già ascoltate dagli inquirenti sul caso di Sara, hanno deciso di avviare una causa per mobbing.Sono più di 100 i professionisti che hanno confermato quanto Sara scriveva nei suoi scritti, testimoniando a suo favore.

Gli operatori hanno raccontato agli inquienti di vessazioni continue con violenza psicologica, urla e insulti in caso di errore. E l’ambiente, secondo quanto dichiarato dai giovani professionisti, era reso ostile proprio da Tateo e dalla viceprimaria Liliana Mereu. Proprio quest’ultima avrebbe umiliato Sara davanti a una paziente, schiaffeggiandola e intimandole di uscire dalla sala operatoria nella quale si trovavano.

Il fidanzato della 31enne ha dichiarato che l’episodio l’aveva fortemente scossa. Stando a quanto riportato dal compagno di Sara sul Resto del Carlino senza fare nomi, la ragazza gli disse che un sua responsabile le aveva colpito una mano con violenza, facendole cadere il bisturi, per poi darle dell’incapace davanti ai pazienti.

Emanuela Pedri, sorella della giovane scomparsa dichiara che spostare Tateo dal suo reparto vuol dire temporeggiare nell’attesa di ulteriori indicazioni degli ispettori ministerali. Quindi, il problema si è spostato ma non è stato risolto. Intanto ci si chiede continuamente che fine abbia fatto questa brillante e solare dottoressa, sparita nel nulla, forse a causa del clima di terrore che quotidianamente respirava in reparto. 

 

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