Trentino: un’altra vittima del base jumping in meno di una settimana

In meno di una settimana due tragedie sul Becco dell'Aquila in Trentino. Ieri è stato il turno di un base jumper spagnolo, mentre una settimana fa una ventunenne russa, Maria Shipilova, ha perso la vita perché non ha fatto in tempo ad aprire il paracadute

Trentino: un’altra vittima del base jumping in meno di una settimana

Un’altra tragedia in meno di una settimana in Trentino che si aggiunge alla morte di una ventunenne base jumper russa. Questa volta la tragedia è avvenuta sul Becco dell’Aquila, sul monte Brento in Trentino, dove uno sportivo di nazionalità spagnola ha tentato di scendere in volo partendo dalla cima con una tuta alare. Purtroppo il giovane ha avuto difficoltà a prendere quota ma, da quello che raccontano alcuni testimoni, il suo tentativo di azionare il paracadute di sicurezza non è servito a nulla. Infatti, poco dopo l’uomo, 38 anni di Madrid, è piombato sulle rocce dove si è schiantato senza nessuna possibilità di sopravvivenza. Anche l’intervento degli uomini del soccorso alpino è stato inutile e sono arrivati sul posto calandosi da un elicottero con il verricello.

Poco dopo un altro lancio stava per avere effetti mortali, ma fortunatamente l’incidente è stato meno pesante e l’uomo si è salvato. Protagonista della vicenda un jumper amico della vittima, la cui salvezza è stata l’impatto con la vegetazione alla base del Brento. L’uomo è stato recuperato dai soccorritori ed è stato trasportato all’ospedale Santa Chiara in elicottero, ma fortunatamente non versa in gravi condizioni.

Dalla cima alla montagna sopra Pietramurata di Dro chiamata il Becco dell’Aquila, si era lanciata l’11 agosto Maria Shipilova, una ventenne russa, ma sfortunatamente dopo pochi metri una folata di vento l’aveva spinta verso la parete rocciosa e la giovane non aveva fatto in tempo ad aprire il paracadute. Maria Shipilova è morta sul colpo e per la giovane ogni soccorso è stato inutile.

In poco più di 10 anni sul monte Brento si sono registrate ben dieci vittime, ma il Becco dell’Aquila rimane la meta preferita nel Trentino di tanti giovani che praticano il base jumping e che arrivano da tutto il mondo. Questo sport è da tempo al centro di polemiche in Trentino, che aveva vietato l’accesso alla vetta dopo la morte di un giovane romano che si era sfracellato al suolo dopo un volo di alcune centinaia di metri, che lui stesso aveva filmato.

L’anno successivo il provvedimento fu abolito ma fu redatto un codice di autoregolamentazione. La commissione provinciale ha giudicato la questione così “Non esisteva il necessario supporto normativo per porre un divieto che peraltro risulterebbe discriminante rispetto ad altre discipline estreme ugualmente pericolose”.

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