Trebisacce, città della Sibaritide che ha conquistato recentemente l’ottava bandiera blu, il prestigioso premio rilasciato dalla FEE (Fondazione per l’Educazione Ambientale) che certifica la qualità ambientale, continua a far riemergere dal sottosuolo i tesori archeologici nascosti. Durante i lavori attuali della corsia lati mare della 106 in contrada “Chiusa”, sulla strada che porta all’ex Fornace, è stata ritrovata una probabile pavimentazione in pietra del periodo romano.
Nella stessa zona, già negli anni scorsi, erano stati rinvenuti i resti di un magazzino di una Villa romana. Il cantiere della 106, la strada statale “Jonica” che collega Reggio Calabria a Taranto, momentaneamente bloccato viene ora attenzionato dal lavoro certosino degli archeologi. Trebisacce è già nota per l’ubicazione del villaggio di “Broglio”, abitato per quasi 1000 anni durante le età del Bronzo e del Ferro (700 a.C. al 720 a.C. circa), e successivamente abbandonato con la fondazione della colonia greca di Sybaris (720-710 a.C.).
Una delle fasi storiche più importanti testimoniata nel sito di Broglio rimane sicuramente quella dell’età del Bronzo Recente (1.300-1.150 a.C. circa), epoca in cui gli Enotri ebbero contatti commerciali con marinai e mercanti provenienti dalla città di Micene, cantata da Omero nell’Iliade e nell’Odissea.
L’abitato protostorico di Broglio posto a circa 1500 metri dal mare presso la foce del fiume Marzuco confluente del Saraceno, era una tappa significativa lungo le rotte che univano le città micenee della Grecia all’arcipelago delle Eolie, e all’isola di Vivara nel Golfo di Napoli.
Su questa collina gli Indigeni costruirono capanne a pianta rettangolare e magazzini nei quali venivano conservati i dolii, ovvero i recipienti in ceramica per derrate agricole e olio di oliva.
Al Parco Archeologico di Broglio è possibile visitare la tipologia della “capanna centrale” che ricalca la pianta e la struttura indigena, bruciata dagli incendi del 2007 e prontamente ricostruita, mentre i preziosi reperti sono fruibili presso il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide.