Una vicenda che lascia senza parole arriva da Trani, nell’omonima provincia di BAT, in Puglia, dove nei primi giorni di ottobre un lavoratore originario del Benin è stato insultato dalla gestrice di una rosticceria con frasi a sfondo razziale. L’uomo, che stava lavorando per conto di una ditta che si occupa del cablaggio dei cavi in fibra ottica, per la pausa pranzo aveva deciso di consumare lo stesso pasto dei suoi colleghi, ovvero del pollo con le patate. Il cantiere si trovava in pieno centro, vicino la cattedrale.
Il lavoratore ha raggiunto l’attività commerciale, ma una volta sul posto e prima di poter entrare la signora lo ha invitato, con un gesto della mano, ad allontanarsi. Martin, questo il nome dell’uomo, pensa che la signora gli abbia fatto cenno di aspettare il suo turno, dato le restrizioni anti Covid. Il lavoratore poi è rientrato nell’attività, e a quel punto la signora è stata categorica con lui. “Devi uscire da qui, questo non è un ristorante” – così gli urla la signora. A quel punto l’uomo crede di aver sbagliato rosticceria.
Le frasi razziste
Martin dice alla signora di voler solo comprare del pollo con le patate, ma lei proprio in questa circostanza pronuncia le frasi a sfondo razzista. “Allora non hai capito, te ne devi andare, i neri qua dentro non li voglio” – questa la frase della donna, che fa sobbalzare Martin, il quale spiega di avere i soldi necessari per pagare la merce.
L’uomo credeva di essere stato scambiato per un mendicante, ma la signora, inflessibile, gli ha detto che quello era un locale privato e che le persone di colore lì dentro non le voleva. Mortificato il lavoratore è tornato dai suoi colleghi raccontando l’accaduto: questi ultimi sono tornati insieme a lui per chiedere spiegazioni.
“Sarò ignorante ma la penso così” – queste le sconcertanti parole della signora ai colleghi di Martin. Gli altri dipendenti lo hanno persuaso a denunciare l’accaduto ai carabinieri, ma a quanto sembra Martin pare abbia desistito dallo sporgere denuncia. “A me basta il mio lavoro, alla signora le ho detto che quei soldi li avevo guadagnati, non volevo niente gratis, le ho detto sono sporco perché sto lavorando qui, i miei colleghi sono venuti qui prima di me, ma non voleva sentire niente. Il giorno dopo sul cantiere si è presentato il figlio della signora per portare le sue scuse” – così conclude il suo racconto Martin ai media locali.