La mafia intercettava Paolo Borsellino, e teneva sotto controllo il suo telefono e quello dei suoi familiari. A rivelarlo è lo stesso Totò Riina, che lo ha confessato ad un compagno di carcere. Il boss di Cosa Nostra ha detto: “Sapevamo che doveva andare là perché lui gli ha detto: domani mamma vengo”.
Numerosi i commenti anche da parte di chi per anni aveva tentato di uccidere Borsellino, come Lorusso, che il 29 agosto del 2013 disse: “Il fatto che è collegato là, è un colpo geniale proprio. Perché siccome là era difficile stare sul posto per attivarla… Ma lui l’attiva lo stesso”.
Lo stesso Riina commenta il fatto avvenuto con sorpresa e meraviglia proprio per la modalità con cui è scattato, e dice: “Ma chi glielo dice a lui di andare a suonare? Ma lui perché non si fa dare le chiavi da sua madre e apre”, e conferma che l’esplosione è avvenuta quando il magistrato ha premuto il campanello del citofono, collegato con la bomba che lo avrebbe ucciso di lì a pochi secondi. Secondo gli investigatori Cosa Nostra allora creò una sorta di triangolazione: infatti, dalla ricostruzione emerge che un primo telecomando ha attivato la trasmittente, poi premendo il citofono il magistrato ha inviato il comando alla ricevente che si trovava nell’autobomba e che poco dopo ha emanato l’impulso che ha fatto partire l’esplosione.
Secondo i magistrati, Riina avrebbe usato la stessa tecnica per l’attentato al rapido 904 per cui il boss è stato accusato di essere il mandante, e per questo motivo rinviato poi a giudizio. Il tipo di innesco utilizzato in questi casi è tipico di quando è pericoloso stare nel luogo dove deve avvenire l’esplosione, e si rende dunque necessario un innesco che agisca a impulso. Le rivelazioni, anche a distanza di tanti anni, sono sempre sconvolgenti, e fanno riflettere sulla condizione del giudice Borsellino controllato a vista dalla mafia. Il giudice poteva essere ucciso in qualsiasi momento, così come la sua famiglia, ignaro di ciò che accadeva. Essere uomini giusti è sempre difficile; la figura di Borsellino sarà ricordata sempre con grande rammarico, per la perdita prematura di una persona eccezionale.