Torino, uomo condannato a 8 anni di carcere per aver picchiato, violentato, torturato e legato la guinzaglio la compagna

Un 40enne è stato condannato dal Tribunale di Torino a 8 anni di reclusione per aver picchiato, seviziato, torturato, legato e trascinato al guinzalio la compagna. L'uomo usava questi metodi per "punirla".

Torino, uomo condannato a 8 anni di carcere per aver picchiato, violentato, torturato e legato la guinzaglio la compagna

Oggi il tribunale di Torino ha emesso una sentenza di condanna a 8 anni di carcere per un italiano di 40 anni ritenuto colpevole dei reati di cui è stato accusato 3 anni fa. L’uomo picchiò, legò, torturò e violentò ripetutamente la compagna ed infine la legò con un guinzaglio per cani per trascinarla. Il publico ministero Marco Sanini, che aveva istruito il caso con le accuse di sequestro di persona, violenza sessuale e maltrattamenti aveva chiesto al giudice una condanna di 9 anni e 4 mesi per l’amputato.

I fatti risalgono al 2016, quando l’uomo si trovava in una camera di un albero ad ore nel quartiere Barriera di Milano a Torino. La giovane vittima è di origini Slovacche. Dalla ricostruzione dei fatti l’uomo ha deciso di “punire” la donna colpevole di aver scambiato delle dosi di droga con dei rapporti sessuali.

Le indagini

Dalle indagini della polizia e dalla testimonianza della vittima è emerso che la giovane aveva problemi di dipendenza da droga. Non avendo denaro per comprare la dose, la giovane ha deciso di procurarsela come poteva. La donna si è rivolta a degli spacciatori nigeriani e ha proposto loro di dargli del crack in cambio di rapporti sessuali e della sua prostituzione.

Il compagno, scoperta la proposta, si è infuriato e ha deciso di punire la ragazza perchè si era sentito umiliato, tradito ed oltraggiato. per questo motivo, si è scagliato selvaggiamente sulla donna, picchiandola violentemente, dopo di ciò, l’ha legata e violentata ripetutamente, per poi proseguire a torturarla. Infine, l’ha legata ad guinzaglio con il quale trascinarla in giro per annullarla e umiliarla.

Gli avvocati difensori, Wilmer Perga e Diogene Franzoso, non hanno negato i fatti ma hanno dichiarato che non si era trattato di violenza ma di “un normale gioco erotico tra i due”. La vittima ha lasciato l’Italia ed è tornata a vivere nel suo paese di origine per cercare di dimenticare l’accaduto e ricominciare una nuova vita.

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