Un’operatrice del presidio ospedaliero “Le Molinette” denuncia con un video le carenze del servizio di pulizia nelle corsie dell’ospedale, e l’azienda reagisce sospendendo l’operatrice per 5 giorni. Il sindacato (Fisal-Cisal) è pronto a dare battaglia ottenendo anche il sostegno di Cgil, Cisl e Uil che attraverso un comunicato parlano di “inadempienze relative alla messa in sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.
L’operatrice è una dipendente della ditta Dussmann. La ditta, non appena visto circolare il video, ha iniziato un’indagine interna per risalire a chi avesse girato il video con il cellulare. Il video è giunto negli uffici dello Spresal ad ottobre insieme alla denuncia del sindacato autonomo Fisal-Cisal. Secondo la ditta Dussmann (che opera oltre che alle Molinette anche al Martini, al Sant’anna e al Regina Margherita) il video è stato utilizzato “per evidenti intenti speculativi“.
Nella parte finale del filmato le immagini erano accompagnate dai commenti dell’operatrice della ditta di pulizia: “Ci sono 5 cm di acqua e m****, e continua ad uscire. Acqua e m**** e scarafaggi“. Secondo la ditta appaltatrice la registrazione risale alle ore 10 del 8 ottobre 2019 e si afferma che “Il fatto è accaduto in seguito ad un guasto idraulico della colonna degli scarichi dei gabinetti che ha causato l’uscita dagli stessi allagando gli spazi vicini, un episodio che non rappresentava la norma”.
La ditta dichiara che la contestazione fatta alla dipendente è dovuta al fatto che ha fatto delle riprese conscia che quello che stava accadendo non era una normale condizione di lavoro ma semplicemente un episodio di criticità, ma che – nonostante ciò – ha voluto travisare i fatti.
Il video è stato inoltrato allo spresal 10 giorni dopo, insieme a molte foto accompagnate dalla denuncia del sindacato. Il sindacato contesta il provvedimento disciplinare dell’azienda affermando che il video serviva per evidenziare come vengono gestite le criticità batteriologiche ed era destinato alla segreteria del sindacato poiché l’acqua che esce dai wc è carica di batteri di ogni genere e dannosi per l’uomo.
Dalle immagini è inoltre evidente che le lavorazioni di questa situazione avvenissero con la presenza dei pazienti ricoverati con problemi e patologie infettive al fegato con la totale mancanza di dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge. L’operatrice specifica, per togliere ogni dubbio, che hanno dovuto lavorare con scarpe antinfortunistiche comuni con il conseguente inzupparsi di calze e piedi: inoltre chi faceva le pulizie doveva farle con i pantaloni alzati per non inzupparli di quelle sostanze esponendo la loro pelle ai rischi del caso.
Le denunce dell’operatrice
Alcune dipendenti della Dussmann, al quotidiano “La Stampa”, hanno raccontato della totale mancanza di detersivi, mascherine e guanti nonostante l’emergenza del Coronavirus. L’azienda risponde dicendo che a loro non risultano tali mancanze e che i dipendenti sono formati sull’utilizzo dei prodotti chimici e sulla loro diluizione. Bisogna segnalare che tempo fa la ditta aveva ammesso in Prefettura le carenze che ora negano: avevano detto che erano dovute ad ammanchi che stavano risolvendo.
Le operatrici dichiarano che, da tempo utilizzano barattoli già diluiti che non hanno nessun odore di detersivo e che ritengono contenere solo acqua e che sono costrette a lavarsi le divise a casa loro mentre l’appalto prevedeva che sarebbero state lavate nell’ospedale, a carico della azienda, per evitare la fuoriuscita dall’ospedale di virus e batteri. I sindacati chiedono l’intervento degli organi preposti alla vigilanza.