Torino, neonato di un mese di vita in detenzione con la madre

Durante una visita ispettiva in un carcere torinese, una delegazione di parlamentari ha denunciato il caso di un neonato e della sua giovane madre entrambi detenuti. Chiesto l'intervento del Ministro Carlo Nordio.

Torino, neonato di un mese di vita in detenzione con la madre

Nel carcere torinese ‘Lorusso e Cotugno’, un bambino di appena un mese è detenuto con la sua giovane madre. La donna si trova agli arresti senza ancora aver subito alcuna condanna e cosa ancor più grave non ha ancora vedere un avvocato. Il caso è stato denunciato dal parlamentare di Alleanza Verde Sinistra, Marco Grimaldi, che ha chiesto l’intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Per il deputato, si tratta di “una situazione inaccettabile che va sanata immediatamente”. Ha raccolto l’appello e la lettera delle donne detenute nella sezione femminile, che chiedono aiuto. “Basta madri con figli così piccoli dietro le sbarre”.

In teoria, il bambino dovrebbe restare in carcere fino al pronunciamento del magistrato. Questa è una cosa inaccettabile per Grimaldi. “Questa giovane donna è spaventata e il bambino ha bisogno di cure e di assistenza. Non può restare in un posto del genere a lungo. Nordio deve intervenire al più presto. Quel bambino, come tutti i figli di detenuti e detenute, non dovrebbe trovarsi dietro le sbarre”, insiste Grimaldi.

Sempre a Torino, un’altra donna detenuta ha con sé i figli di uno e tre anni. Secondo i dati disponibili sul sito del ministero della Giustizia, sono venti le detenute con figli al seguito nei penitenziari italiani.

Sul totale, 11 donne sono straniere e 9 italiane. L’associazione Antigone, da sempre impegnata nel monitoraggio delle condizioni di vita dei detenuti, segnala che la presenza dei bambini in carcere ha toccato picchi in alto (fino a superare le 80 unità) e in basso “senza essere particolarmente influenzato neanche dalle modifiche normative introdotte nel tempo a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”. È stata invece la pandemia, con la paura e le conseguenti azioni intraprese, “a ridurre drasticamente i numeri, passati dai 48 bambini della fine del 2019 ai 29 della fine del 2020, fino a raggiungere i 17” di fine dicembre 2023.

Intanto la direzione del carcere torinese si è attivata inoltrando una richiesta all’autorità giudiziaria competente affinchè la giovane romena con il piccolo figlio siano entrambi trasferita all’Icam, l’Istituto a custodia attenuata per madri detenute. Si resta ora in attesa della decisione del Gip di Pistoia.

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