Torino, madre vende video hard della figlia 15enne in cambio di buoni spesa: rinviata a giudizio

Una madre 40enne è stata rinviata a giudizio, con l'accusa di sfruttamento e induzione alla prostituzione, per aver venduto video hard della figlia minorenne, in cambio di buoni spesa.

Torino, madre vende video hard della figlia 15enne in cambio di buoni spesa: rinviata a giudizio

Una storia terrificante quella successa a Torino tra novembre e dicembre 2019, riguardante una madre che ha venduto video hard della figlia 15enne all’epoca dei fatti, in cambio di buoni spesa Amazon. Della vicenda se ne era occupata anche la trasmissione televisiva “Le Iene” e, intervistata, la madre si era dichiarata pentita, dicendo di averlo fatto solo perchè “troppo amica della figlia“. 

Ora invece, tutta questa agghiacciante vicenda sembra essere molto più chiara, col rinvio a giudizio della 40enne, accusata di sfruttamento e induzione alla prostituzione. Ciò è stato possibile grazie ad accurate indagini che hanno ricostruito la dinamica di quanto accadeva e che, molto spesso, ha visto coinvolto il fidanzatino 17enne della giovane.

Le indagini

La pm Lisa Bergamasco ha svolto le indagini nei confronti della donna a cui è contestato di aver indotto, gestito e sfruttato la prostituzione della figlia e favorito il fatto che la ragazzina 15enne si iscrivesse sui siti internet e sui social network dedicati a inconti e scambi di foto. Il tutto avveniva in diretta,mostrando seni e glutei, anche con il contributo del fidanzatino 17enne. 

La donna è accusata, in particolare, di aver inviato un video sessuale che coinvolgeva i due ragazzini, ad un uomo, in cambio di 1500 euro o, in alternativa, di buoni spesa Amazon. La ragazza e la madre a volte comparivano anche insieme nei video postati su Badoo e Periscope, si legge su Repubblica, mostrando disinibite i loro corpi, con scene anche spinte che coinvolgevano il fidanzatino. In un filmato girato dalla 15enne in diretta, si sentiva la madre richiamarla per il fatto di aver ripreso il volto della sorellina 11enne, senza invece dirle di smettere di girare immagini così spinte davanti alla bambina.

All’udienza preliminare la madre ha negato l’accusa, sostenendo di non aver mai preso denaro in cambio di quei filmati e scegliendo di essere giudicata con rito ordinario. Se l’accusa venisse confermata, rischierebbe una condanna molto seria. La figlia e la sorellina sono state assistite dall’avvocatessa Marinella Ruffatto, come curatrice speciale anche di fronte al Tribunale dei Minori. La prima udienza del processo è stata fissata l’8 novembre 2022, presso il Tribunale di Torino. 

 

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