Torino, imam condannato per maltrattamenti alla moglie: le vietava di indossare abiti occidentali

Da Torino arriva una storia di maltrattamenti e abusi da parte di un imam nei confronti della moglie, a cui impediva di vestire all'occidentale e di guardare la televisione.

Torino, imam condannato per maltrattamenti alla moglie: le vietava di indossare abiti occidentali

Sono davvero tante le storie di uomini che professano la religione musulmana e che seguono in maniera assidua determinati dogmi. In questi contesti, la donna deve stare sotto il controllo dell’uomo, evitando di indossare abiti occidentali o di guardare la televisione. A Torino, un imam è stato condannato per maltrattamenti nei confronti della moglie che viveva come se fosse in gabbia.

La procura di Torino ha condannato l’imam a una pena di due anni e tre mesi poichè proibiva alla moglie di vestirsi all’occidentale e di guardare la televisione scegliendo lui i programmi da vedere. La donna doveva svolgere le normali mansioni casalinghe, quindi occuparsi della casa e dei figli. Inoltre, mangiava in una stanza separata dagli uomini. 

Qualora la donna si fosse ribellata, veniva picchiata e insultata. Una donna serva, utile soltanto a preparare il cibo senza nessuna libertà della propria vita e del proprio corpo, in totale balìa dell’uomo. In base al pm, l’imam non seguiva i precetti della cultura araba, anzi. Si tratta esclusivamente di abuso e maltrattamento

La donna aveva anche provato a fuggire, recandosi in Spagna, ma è stata poi costretta a tornare in Italia. Nel frattempo, la donna ha avuto due figli. Non poteva ribellarsi o contraddire il marito, altrimenti sarebbero arrivati schiaffi o spintoni. L’imam, ovviamente, ha respinto tutte le accuse a suo carico, con l’avvocato che vuole fare ricorso alla condanna di primo grado

Gli amici dell’uomo si sono schierati tutti dalla sua parte, ammettendo di non aver mai assistito a episodi di violenza fisica e psicologica e la donna non indossava neanche il burqa. In aula, l’unico referto medico, valido come testimonianza, riguarda un dito gonfio perché, in seguito a una lite, chiudendo un armadio, le ha pizzicato una mano. 

L’avvocato dell’imam, Federico Schettini, difende così il suo assistito: “Una cosa sono i maltrattamenti, un’altra gli aspetti culturali. Anche mangiare in disparte, gli uomini separati dalle donne, non possono essere considerate condotte illecite”. Secondo il pm Bandellino, le dichiarazioni degli amici dell’uomo non sono per nulla attendibili.

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