Torino, educatrice di una comunità di minori abusa di un 14enne ospite

Faceva allontanare il marito e ospitava il ragazzino di 14 anni a casa sua. Qui per almeno tre anni si sono consumati degli abusi sessuali: educatrice a processo.

Torino, educatrice di una comunità di minori abusa di un 14enne ospite

Ha abusato di un ragazzino di soli 14 anni un’educatrice di Torino che si trova ora sotto processo per atti sessuali con minore. Il ragazzo è ospite della comunità per minori dove lavora la stessa donna, ed aveva l’autorizzazione di lasciare la struttura per qualche ora se accompagnato proprio da quest’ultima: così si sarebbero consumate le terribili violenze denunciate solo l’anno scorso dal ragazzo.

Secondo quanto è stato raccontato dalla vittima, gli abusi hanno avuto inizio nel 2014 e si sarebbero protratti fino al 2017 ma scoperti solo l’anno scorso, quando il giovane ragazzo – prossimo alla maggiore età – ha avuto il coraggio di raccontare la terribile verità denunciando l’educatrice in questione. La donna verrà difesa dall’avvocato Andrea Fenoglio, ed il suo processo avrà inizio il prossimo 9 maggio.

Allontanava il marito per abusare del minore

Gli abusi svolti dall’educatrice torinese erano calcolati ed organizzati fino all’ultimo particolare. La donna, che aveva l’autorizzazione per portare all’esterno della struttura il 14enne per qualche ora, lo conduceva presso la sua abitazione. Abitando con il marito, l’educatrice usava la scusa del disagio del giovane in presenza dell’uomo per far sì che li lasciasse da soli uscendo di casa, e solo allora avvenivano gli abusi.

Iniziati nel luglio 2014, la vittima 14enne ha subito gli abusi sessuali fino all’agosto del 2017, per poi nel 2018 trovare il coraggio di parlare con altri educatori della struttura, raccontando quello che era stato costretto a subire.

La donna è ora stata denunciata per atti sessuali con minore, ed il 9 maggio di quest’anno comparirà davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale di Torino, per l’inizio del processo. Per proteggere la privacy del minore, non è stato fatto alcun nome dei diretti interessati della vicenda, così come non viene indicata la comunità minorile dove lavorava l’educatrice in questione.

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