Un uomo si presenta al Pronto Soccorso del “Martini” con forti dolori al torace, mal di gola e problemi respiratori, ma muore tre ore dopo. La vicenda è accaduta il 19 luglio e il 9 settembre, Francesca G., moglie di quel paziente, ha deciso di sporgere denuncia e si è recata in Procura per esporre la versione dei fatti. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, il marito di Francesca, 64 anni, e la figlia, erano entrati al Pronto Soccorso dell’ospedale “Martini” alle 18,34.
E’ la stessa Francesca a raccontare: “L’infermiera ci ha detto che era un codice bianco. Nella cartella abbiamo letto che il suo caso era stato valutato come codice verde. Poco importa, per loro non era urgente. Però mio marito respirava con fatica, era reduce da dieci giorni di mal di gola e malesseri che non passavano nonostante le medicine che ci avevano prescritto in ferie. Abbiamo spiegato tutto, poi ci siamo seduti in attesa. Lui peggiorava e mia figlia ha insistito e insistito, più volte perché anticipassero la visita. Invano. Solo alle 20.34, due ore dopo il nostro avviso, lo hanno visitato e sottoposto ad esami.”
La donna ricorda anche che quel giorno il Pronto Soccorso non era affollato e mentre era in attesa che finissero di fare gli esami al marito, l’altoparlante, alle 21,12, annunciava con urgenza la cardiologa. La comunicazione che il marito era morto arriva alle dieci, l’uomo era spirato in seguito ad un arresto respiratorio. L’ora stabilita del decesso è 21.55, esattamente tre ore e quindici minuti dopo l’ingresso dell’uomo al Pronto Soccorso.
Solo a fine agosto Francesca decide di rivolgersi ad Adelina Graziani, presidente dell’Associazione contro la malasanità e l’avvocato Marco Ronco ha presentato denuncia contro il personale sanitario che quel giorno era di servizio. Il presidente dell’Associazione sostiene: “I sintomi accusati dal marito della mia assistita erano inequivocabilmente da codice rosso, comunque in tutta evidenza un caso urgente spiega il legale. Il nostro giudizio è che ci sia stata assoluta negligenza, imperizia e imprudenza nel tenere due ore un paziente in quelle condizioni nella sala attesa del Pronto Soccorso senza accelerare gli accertamenti”.
Secondo il presidente dell’Associazione Adelina Graziani ci vuole una netta modifica nel sistema dei Pronto Soccorso in Piemonte, il servizio lascia molto a desiderare. L’ospedale “Martini” avrebbe bisogno di una organizzazione diversa, che garantisca più assistenza ai pazienti del Pronto Soccorso. Riccardo Ruà insiste nel dire che: “I protocolli devono essere chiari e i pazienti devono essere informati su quali sono i pronto più adatti a trattare la patologia che accusano”.