Torino, dopo il vaccino lascia il seguente biglietto: "Aiutatemi, sono vittima di violenza"

Il centro vaccinale di Torino diventa l'occasione per chiedere aiuto e denunciare le violenze che si subiscono da tempo, proprio come ha fatto una donna che ha scritto un biglietto.

Torino, dopo il vaccino lascia il seguente biglietto: "Aiutatemi, sono vittima di violenza"

Le violenze sia fisiche che psicologiche sono traumi che le donne si portano dietro per tantissimo tempo lasciando cicatrici e segni che sono indelebili. Purtroppo, non sempre si ha il coraggio di denunciare o chiedere aiuto. Per questo, può capitare che in sede di vaccino si tiri fuori le unghie e si abbia il coraggio di denunciare, proprio come ha fatto una donna dopo essersi recata in un centro vaccinale. 

Il vaccino Covid è un mezzo per proteggere sé stessi e gli altri dal rischio di contrarre questa patologia, ma per qualcuno diventa l’occasione per gridare il proprio dolore e uscire dal guscio di violenza e abusi con il quale ha vissuto per tanto tempo. Una donna a Torino, stanca dei continui abusi, ha deciso di lasciare un biglietto nell’hub vaccinale in cui si è recata per il vaccino per chiedere aiuto.

Proprio durante l’anamnesi, quindi il colloquio con il dottore, ha lasciato sul tavolo, un biglietto con la seguente dicitura: “Ho bisogno di voi, sono vittima di violenza”. Un messaggio che mostra tutto il dolore e il malessere che vive la donna. Non appena l’infermiera si è resa conto del biglietto e lo ha letto, la donna si era già allontanata, ma avendo lasciato il suo nome, si è riusciti a risalire a lei e cercare di aiutarla. 

A quel punto, i sanitari hanno deciso di consegnare il messaggio alla polizia che ha cominciato ad avviare le prime indagini al riguardo e ha contattato la donna in modo da darle l’aiuto necessario. Evidentemente la donna ha visto nei medici e nel personale sanitario qualcuno in cui riporre la sua fiducia, il che spiega perché abbia deciso di rivolgersi a loro. 

Dal momento che, non sempre le donne hanno il coraggio di denunciare le violenze che subiscono, si è pensato, in passato, di realizzare dei posti sentinella in modo da raccogliere le loro testimonianze affinché non si sentano sole. L’assessora regionale Monica Cerutti, nella legislatura di Chiamparino, aveva pensato di coinvolgere in questo progetto le parrucchieri e le estetiste, ma evidentemente non ha dato i frutti sperati.

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