Torino, ancora un blitz all’Enpa, sede devastata: “Abbiamo deciso di chiudere”

Dopo l'ennesimo atto di vandalismo (il quinto negli ultimi 5 mesi), il canile dell'Enpa di Torino è costretto a chiudere: "Diamo fastidio ai traffici dei rom"

Torino, ancora un blitz all’Enpa, sede devastata: “Abbiamo deciso di chiudere”

Il canile di via Germagnano a Torino, gestito dall’Enpa, era un punto di riferimento per gli amanti degli animali del capoluogo piemontese. Utilizziamo il verbo al passato perché il canile, dopo l’ennesima devastazione subita, ha deciso di chiudere i battenti. Due giorni fa, infatti, nel pomeriggio, la sede dell’Enpa è stata per l’ennesima volta distrutta; e si tratta, peraltro, del secondo attacco in cinque giorni. Racconta Marco Bravi, il presidente del Consiglio nazionale e commissario straordinario della sede torinese dell’Enpa: Hanno distrutto tutto quello che avevamo, hanno staccato gli infissi dai muri, i boiler dell’acqua calda, danneggiato il nostro ambulatorio. A spanne, ci sono più di centomila euro di danni. A questo punto, visto che nessuno fa niente e le nostre richieste di aiuto al Comune sono rimaste inascolate, abbiamo deciso di chiudere.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i vandali avrebbero atteso le 18 (ora in cui il personale abbandona l’edificio) per sfondare la lastra di metallo che i muratori avevano lasciato lì temporaneamente, per chiudere una breccia nel muro aperta pochi giorni prima dagli stessi vandali che avevano compiuto il blitz venerdì notte. Risultato? Distrutti computer, scrivania, una porta blindata, tubi dell’acqua. Un disastro, insomma, che ha portato l’Enpa a chiudere i battenti.

Quello di 2 giorni fa è il quinto attacco subito dall’Enpa negli ultimi 5 mesi. I dipendenti hanno sottolineato l’accanimento nel distruggere l’ambulatorio sanitario, servizio necessario per accogliere e far sopravvivere un’ottantina di cani e una ventina di gatti: “A prezzi popolari offriamo le visite veterinarie, le vaccinazioni e le sterilizzazioni – affermano i dipendenti – Con queste entrate riusciamo a sostenere i nostri bilanci e a continuare a vivere”. Ora il problema più immediato è quello di trovare una collocazione per gli animali“e poi chiuderemo. Questa è una sconfitta per tutti, afferma amaramente Marco Bravi, che punta il dito contro il vicino campo nomadi attorno al canile“Si vede che facciamo fastidio ai loro traffici. Queste persone sono informate dai mediatori culturali che gli dicono anche che cosa scrivono sui giornali. Sabato avevamo spiegato quanto era importante l’ambulatorio.

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