Una storia tragica quella che racconta La Stampa e che arriva da Torino, dove nei giorni scorsi è stata soccorsa per strada una ragazza di 28 anni che camminava a piedi nudi con il volto tumefatto. Alcuni passanti, allarmati di fronte alla donna, hanno chiamato i soccorsi, e dopo numerosi tentativi per convincere la 28enne a parlare, è venuta a galla una storia di violenza che non si è purtroppo conclusa nel migliore dei modi.
La vittima, portata all’ospedale a Moncalieri di Torino, non voleva parlare, non aveva alcuna intenzione di raccontare quello che le era successo e neanche di incontrare l’assistente sociale, ma grazie all’aiuto dei medici si è convinta, e si è così fatta luce sulla serie di violenze domestiche che è stata costretta a subire dal suo compagno un po’ più grande di lei.
Una prognosi di venti giorni a causa di costole rotte, il dito di una mano spezzato e piccole lesioni facciali, eppure la 28enne ha continuato a difendere il suo compagno. “Lo so che mi picchia“, avrebbe detto quando l’assistenza sociale ha provato a farle capire che la violenza subita sarebbe potuta finire in modo ben peggiore, “ma io gli voglio bene“.
Lo denuncia ma fa ritorno a casa
Una donna segnata dalla violenza, che nonostante tutto, però, continua a voler ritornare a casa dal suo aggressore. “Non ho famiglia e neanche amici” ha aggiunto ai soccorritori che hanno ascoltato la 28enne per delle ore: è sola, ed altrettanto solo è quell’uomo che dopo aver bevuto qualche birra di troppo, non si fa alcuno scrupolo nel picchiare la donna che dice di amare. “Ha bisogno di me” continua la donna, che fino all’ultimo non voleva denunciarlo per quella violenza subita.
Fortunatamente l’assistenza sociale è riuscito a convincere la vittima a denunciare il suo aggressore ma, non avendo alcun precedente e non essendo stato colto in flagrante, non può essere arrestato, e la 28enne ha scelto di fare ritorno a casa, al suo fianco, dopo aver rifiutato la possibilità di andare in una casa protetta.
Ora starà al giudice decidere se applicare una misura cautelare dopo aver valutato la documentazione medica, e se imporre un decreto di allontanamento per proteggere la donna.