Ancora un caso di disagio adolescenziale quello sfociato in tragedia nel torinese. Una ragazzina, appena 14enne, entrata in quella fase della vita delicata che è l’adolescenza, non ha retto le critiche dei suoi compagni, che la deridevano per il suo aspetto fisico e che non avevano perso occasione, a scuola, come sui social network, per criticarla “Sei un cesso, vatti a nascondere” le dicevano.
Aurora, questo il nome della ragazzina, non ce l’ha fatta a sopportare le derisioni dei compagni, così, ha deciso di togliersi la vita. Si è vestita di tutto punto è salita all’ultimo piano del palazzo in cui abita e si è gettata nel vuoto. Il suo corpo senza vita è stato trovato nel cortile da un vicino. Ancora una volta, quindi, un fenomeno di cyberbullismo, che colpisce, spesso, i soggetti più deboli, ragazzi in una fase complessa e delicata della propria esistenza, che non reggono certi accanimenti personali. I commenti degli amici, infatti, toccavano la ragazza profondamente dal momento che Aurora aveva difficoltà ad accettarsi ed a trovarsi bella. A causa di una patologia renale che si portava dietro dalla nascita, era sempre stata gracile e mingherlina, di conseguenza, sembrava più piccola dei suoi 14 anni.
I carabinieri, che si stanno occupando del caso, hanno interrogato sia compagni che amici di Aurora ed hanno sequestrato cellulari e computer della piccola per ricostruire bene la situazione vissuta dalla ragazza. Dalle analisi sui dispositivi è emerso, infatti, che la ragazza era stata vittima di pesanti insulti sul suo aspetto fisico per ben tre mesi. Non riescono ancora a credere a quanto è successo i genitori e la sorella maggiore di Aurora, che non sospettavano minimamente il suo malessere. Aurora, purtroppo, è soltanto il più recente dei tanti casi di suicidio di giovani che non riescono più a sopportare le derisioni o il giudizio dei coetanei e finiscono per sentirsi schiacciati. Negli ultimi tempi tanti giovani hanno deciso di togliersi la vita perchè non apprezzati dagli amici o perchè non venivano accettati, come nel caso dei tanti ragazzi omosessuali presi di mira dai coetanei per il loro orientamento sessuale.
Le Associazioni di settore auspicano un maggiore dialogo in famiglia e con gli insegnanti nella convinzione che solo così si possano evitare tragedie come quelle di questi ultimi tempi. Per questo motivo, sempre più spesso le scuole istituiscono corsi ed incontri nell’ambito scolastico, che cercano di coinvolgere ragazzi, genitori e corpo docente per evitare che altri ragazzi come Aurora possano pensare che non esiste altra via se non la morte per superare i propri problemi.