Sono numerose le conseguenze che il terrorismo dell‘Isis ha provocato, dalle misure precauzionali agli accurati controlli, dai falsi allarmi bomba alle varie segnalazioni di avvistamenti relative ai terroristi ricercati.
Anche ai vertici si discute sulle forme di sicurezza preventiva che dovrebbero essere adottate per rallentare l’organizzazione dei terroristi allontanando così, il più possibile, il rischio di minacce di nuovi attentati; un argomento di cui si è molto discusso riguarda le intercettazioni tramite le nuove tecnologie che potrebbero essere usate dai terroristi al fine di concordare ed organizzare le loro operazioni criminali.
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha dichiarato che l’intenzione è quella di sottoporre ad intercettazione le chat, comprese quelle della Playstation, così come i vari siti per download; Antonello Soro (Garante Privacy), però, in un’intervista a la Repubblica, ha frenato queste idee affermando che non saranno adottate misure così estreme. L’idea è quella di neutralizzare il rischio di ulteriori attentati e, per farlo, occorre un aumento dei controlli anche sul web, inclusi i social network.
Purtroppo è un controllo non facile da attuare, proprio in virtù dell’elevatissimo numero degli strumenti da monitorare; se poi si considerano anche le chat dei videogiochi o quelle dei siti per scaricare musica, ecco che il tutto diventa ancora più complicato se non impossibile.
Inoltre, come dichiarato da Soro, “la privacy è un diritto di libertà tutelato e garantito dalla Costituzione e non è mai assoluto”.
Secondo Soro non ci sarebbe neanche la possibilità di esaminare ed analizzare un materiale così vasto.
La soluzione, sempre secondo il Garante della Privacy, sarebbe una raccolta selettiva e non generalizzata delle informazioni.