Volevano portare i loro figli, rispettivamente di 2 e 4 anni, nello Stato Islamico affinché venissero indottrinati dall’Isis per combattere gli occidentali. E’ questo quanto pianificavano Abderrahim Moutaharrik e Salma Bencharki, cittadini italiani di origini marocchine, due tra le sei persone arrestate per presunte affiliazioni con il terrorismo islamico radicale.
Solo qualche giorno fa, la National Intelligence statunitense aveva avvertito riguardo alla possibilità – certa, a detta dei Servizi a stelle e strisce – che l’Isis avesse cellule dormienti in Italia. Gli arresti in questione sembrano dunque corroborare ampiamente la tesi dell’Intelligence americana, ma le autorità italiane avevano preso di mira i possibili foreign fighters già da diverso tempo.
Moutaharrik, 27 anni, non aveva mai fatto nulla per nascondere le proprie inclinazioni radicali. Lottatore professionista di muay thai, l’uomo era solito esibire simboli che incitavano all’odio razziale e religioso durante i suoi incontri. “Avrebbe avuto un futuro assicurato nello sport, ma ha preferito fare il terrorista” ha dichiarato Lamberto Giannini, del Servizio centrale antiterrorismo.
Altrettanto fiera del suo amore per l’Isis era la moglie del 27enne, la quale già sognava di poter crescere i propri figli in Siria inculcando loro i dogmi dello Stato Islamico. La coppia aveva già pianificato la partenza, e solo l’intervento delle forze dell’ordine ha impedito che i piccoli venissero offerti ai terroristi dai loro stessi genitori; i bambini sono stati temporaneamente affidati ai nonni.
Tra coloro che aspiravano a diventare combattenti dell’Isis c’è anche Abderrahmane Khachia, 23enne anch’egli di origini marocchine residente a Varese. Il fratello di Abderrahmane, Oussama – espulso dall’Italia nel 2015 – si era già fatto esplodere in un attentato compiuto in Siria, dopo essere stato dopo essersi a sua volta unito allo Stato Islamico.
A coordinare le operazioni per spedire in Siria i sei arrestati c’era Alice Brignoli, foreign fighter di origini italiane la quale ha cambiato nome in Aisha in seguito alla sua conversione all’Islam radicale. La Brignoli era stata aiutata nella pianificazione dal marito, il 31enne Mohamed Koraichi, nato in Marocco ma residente per un periodo a Bulciago (Lecco).
Ora Alice Brignoli e Mohamed Koraichi si trovano in Siria, e lavorano come reclutatori dello Stato Islamico per il territorio italiano. I sei arrestati stavano pianificando di addestrarsi in Siria per poi tornare in Italia, come confermato dagli inquirenti, secondo i quali Abderrahim Moutaharrik aveva già in mente di farsi esplodere a Roma in occasione del prossimo Giubileo.