Taranto, uccidono un cagnolino a sassate e poi lo bruciano: i video diffusi in Rete

La terribile vicenda arriva dalla provincia di Taranto, precisamente da Statte, dove tre minorenni sono stati denunciati dai carabinieri per aver compiuto l'orribile gesto. I fatti risalirebbero al marzo scorso.

Taranto, uccidono un cagnolino a sassate e poi lo bruciano: i video diffusi in Rete

Quella che arriva dalla provincia di Taranto è una vicenda che ha scioccato l’intero Salento. I terribili fatti di cui vi stiamo per rendere conto sono avvenuti a Statte, comune che si trova alle porte del capoluogo ionico. Secondo quanto riferisce la stampa locale in queste ore, i carabinieri della locale compagnia, coordinati dalla Procura dei Minori di Taranto, hanno denunciato per il reato di uccisione di animali tre minori residenti nella stessa località.

L’accaduto è stato segnalato anche alla Procura ordinaria. I tre minorenni, stando alle accuse, nel mese di marzo scorso avrebbero preso a sassate un cagnolino meticcio di piccola taglia, fino ad ucciderlo. Ma non solo: non paghi della sofferenza infliatta alla povera bestiolina, i tre avrebbero preso lo stesso cagnolino ormai esanime e ne avrebbero dato il corpo alle fiamme. I filmati poi sarebbero stati messi in Rete, e da lì l’autorità giudiziaria ne è venuta a conoscenza. 

Vicenda orrenda

Nella mattinata di ieri 8 marzo i carabinieri hanno eseguito alcune perquisizioni domiciliari nei confronti dei minori indagati. Come detto tutti e tre dovranno rispondere del reato di uccisione di animali. Il cagnolino ucciso dai minori era un randagio, che non dava fastidio a nessuno. Sul caso proseguono comunque le indagini. 

I militari dell’Arma vogliono capire che cosa abbia portato i minori ad usare una tale violenza sul povero animale. L’accaduto ha scioccato l’intera comunità di Statte, che ha stento ancora oggi crede a quello che è accaduto nella loro cittadina. Per motivi di privacy, ma anche per la loro età, le generalità dei minori non sono state diffuse. 

L’uccisione di animali è un reato previsto dall’ordinamento penale italiano e comporta gravi conseguenze per chi ne è accusato. A stabilire le pene è l’articolo 544-bis del Codice di Procedura Penale, che stabilisce che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni. Le circostanze afferenti al caso di necessità contemplano tutti gli espletamenti dei bisogni fisiologici e spirituali. È quindi consentita l’uccisione a fini alimentari e rituali”.

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