Uno dei consigli più saggi, quando si tratta di pubblicare un contenuto online, consiste nello scegliere bene quello che si decide di render pubblico, e nel curare con attenzione le impostazioni della privacy dei propri account sociali: qualcosa che, evidentemente, deve aver trascurato una sedicenne di Sava, in provincia di Taranto, finita suo malgrado al centro di una storia di finti profili hard a scopo ricattatorio.
La vicenda è stata resa nota qualche ora fa da diversi media locali, tra cui la “Gazzetta del Mezzogiorno”, e afferisce ad una sedicenne di un piccolo comune del Tarantino, Sava, le cui foto – tratte dal profilo personale su Facebook – sarebbero state usate da alcuni criminali del web per confezionare profili hard, a scopo ricattatorio.
In sostanza, alcuni loschi figuri – avvezzi a truffe e ricatti – avrebbero creato dei profili di finte e avvenenti donzelle che, in appositi siti, offrivano chat erotiche in cambio di pagamenti: per attirare i clienti, in questa che potrebbe sembrare una comune storia di prostituzione online, queste persone creavano dei profili, evidentemente pescando dal web foto intriganti rimaste, per errore, pubbliche sui profili dei social network.
Una volta agganciato un cliente, questi profili – di presunte donne – dopo un po’ di tempo, si cimentavano in veri e propri ricatti, minacciando di render pubbliche le conversazioni hot scambiate, alla moglie del chatter, qualora non si ottemperasse ad un esoso ricatto.
A finire coinvolta in questi giro, involontariamente, è stata anche la ragazzina di cui sopra la cui famiglia – proprio nelle scorse ore – ha sporto denuncia presso la polizia postale, perché avviasse le indagini del caso. In questo episodio, il fato ha voluto che, ad esser stato agganciato a scopo ricattatorio, fosse stato proprio un amico della famiglia, che aveva notato come il profilo hard che l’aveva contattato e invitato in una chat osé contenesse proprio le foto della ragazza che già conosceva.