Svolta nel delitto di Faenza: arrestato l’ex marito

In manette l'ex marito di Ilenia, assassinata circa un mese fa, ed un suo conoscente pregiudicato. Per la Procura sono, rispettivamente, mandante e esecutore materiale dell'omicidio della donna.

Svolta nel delitto di Faenza: arrestato l’ex marito

Ilenia Fabbri è stata uccisa il 6 febbraio scorso in modo barbaro -trovata con un profondo taglio alla gola- ma che da subito ha dato adito a sospetti facendo definire l’ex marito come principale indiziato. Quei sospetti si sono tradotti all’alba di oggi in un’accusa per concorso in omicidio pluri-aggravato, con custodia cautelare in carcere, per l’ex marito della donna -con cui da tempo c’erano dissapori soprattutto per ragioni economiche- e un pregiudicato di lui conoscente.

36 telefonate e 3 incontri per pianificare quello che doveva essere il delitto perfetto, rovinato dalla presenza in casa di un ospite che ha subito dato l’allarme e la cui testimonianza è stata, insieme agli altri indizi, fondamentale per la svolta nelle indagini.

L’incrocio dei dati telematici -celle telefoniche e immagini delle videocamere di sorveglianza- unite alle testimonianze sia di chi conosceva il profondo astio che il Nanni provava nei confronti della ex moglie ma, soprattutto, di chi aveva fatto un duplicato delle chiavi di casa, hanno portato alla svolta odierna.

Claudio Nanni era nella sua casa alla periferia di Faenza quando, davanti agli occhi della figlia, la quale ha voluto credere all’innocenza del padre fino all’ultimo tanto che si era trasferita da lui dopo l’uccisione della madre, è stato arrestato per aver ingaggiato alcuni mesi fa “lo zingaro” alias Pierluigi Barbieri, pregiudicato tornato in libertà solo ad agosto. Entrambi non hanno opposto resistenza alcuna all’arresto.

Al momento, inoltre, non si conosce la somma che Barbieri avrebbe pattuito e ricevuto, pare però che non si tratterebbe di una grossa cifra, ovviamente consegnata in contanti per non lasciare traccia, ma è certo che nella casa del Barbieri al momento dell’arresto sono stati trovati 4.000€.
La procura contesta, altresì, l’aggravante della premeditazione e quella del motivo abietto.

Continua a leggere su Fidelity News