La recente scoperta di un possibile accesso a una galleria sotterranea presso la Casa del Jazz, storica villa romana un tempo di proprietà di Enrico Nicoletti, potrebbe rappresentare una svolta nelle indagini sulla scomparsa di Paolo Adinolfi, magistrato onorario presso la Corte d’Appello, scomparso nel 1994.
Dopo decenni di mistero, le ricerche si concentrano nuovamente su questo sito, dove le sonde hanno rilevato un cunicolo sotterraneo che gli investigatori intendono esplorare per verificarne l’esistenza e il contenuto. Le operazioni sul campo, programmate con maggiore intensità a partire dallo scorso lunedì, mirano a raccogliere riscontri concreti che possano chiarire uno dei cold case più noti di Roma.
Il magistrato Adinolfi è considerato una figura chiave non solo per la sua carriera, ma anche per i presunti collegamenti con ambienti finanziari e con reti criminali del tempo. La sua scomparsa, da sempre avvolta nel mistero, è stata interpretata come un possibile tentativo di impedirgli di rivelare informazioni sensibili relative a settori influenti. Il recente rinvenimento della galleria, quindi, assume un significato rilevante, perché potrebbe fornire elementi utili a comprendere meglio i contorni della vicenda e a chiarire eventuali responsabilità.
Il contesto storico della Casa del Jazz aggiunge ulteriori sfumature alla vicenda. La villa di Enrico Nicoletti, infatti, è stata storicamente associata alla Banda della Magliana, in particolare per operazioni legate alla gestione finanziaria e al riciclaggio di fondi. Il collegamento tra questa proprietà e la sparizione di Adinolfi, se confermato, potrebbe non solo aprire nuove piste investigative, ma anche chiarire aspetti fino ad oggi mai del tutto documentati sulle dinamiche interne a quel contesto.
Gli inquirenti intendono quindi procedere con un approccio metodico, sfruttando tecnologie avanzate per sondare il sottosuolo senza compromettere l’integrità del sito, in attesa di eventuali conferme sul materiale rinvenuto. Questo sviluppo, se confermato, rappresenterebbe una rara occasione per dare risposte a famiglie e cittadini su un mistero che dura da oltre trent’anni. La speranza degli investigatori è che l’esplorazione della galleria possa far emergere elementi in grado di chiarire non solo la sorte di Paolo Adinolfi, ma anche alcune zone d’ombra di episodi passati legati alla gestione illecita di risorse e alle connessioni tra figure istituzionali e reti criminali. In attesa dei risultati degli scavi, la vicenda rimane aperta, ma la scoperta del punto di accesso segna un momento di forte attenzione per chi segue il caso, con un potenziale impatto importante sul panorama investigativo romano.