A Reggio Calabria è stato sventato un attentato agli uomini dello Stato da parte della ‘ndrangheta. Durante un posto di blocco è stato trovato all’interno di un’auto un vero e proprio arsenale di armi. Il sequestro è stato effettuato dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, che stavano effettuando un normale controllo in un posto di blocco a Rizziconi nella piana di Gioia Tauro. Nel bagagliaio della vettura sono state trovate due mitragliette, ben dieci kalashnikov e cinque pistole. Il conducente è stato arrestato e gli investigatori stanno facendo ricerche su di lui per capire con quale cosca malavitosa abbia dei contatti. Ancora non sono noti tutti gli aspetti del sequestro, ma si conosce il nome del guidatore, un incensurato, Marino Belfiore.
Il ritrovamento di queste armi ha fatto scattare l’allarme in tutta la Calabria, dove la ‘ndrangheta starebbe per attaccare gli uomini dello Stato che la stanno contrastando, finora non si conosce l’obiettivo, ma chiunque potrebbe essere minacciato, sia le forze dell’ordine che gli stessi magistrati.
Il procuratore di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, afferma che la ‘ndrangheta stava progettando un attentato allo Stato perchè le armi non servirebbero per faide interne, dato che non ci sono segnali di squilibri e di lotte tra famiglie malavitose, ma sarebbero state usate per colpire un personaggio di spicco delle istituzioni, per dare un segnale forte, una guerra contro lo Stato. Anche il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, denuncia il cambiamento di atteggiamento della ‘ndrangheta, che si è sempre occupata dei propri interessi senza mai venire troppo allo scoperto e mantenendo un profilo basso nei confronti delle istituzioni. E’ ormai allarme nonostante siano stati inflitti duri colpi all’organizzazione malavitosa calabrese negli ultimi anni, che sembra voglia riprendere con la forza il controllo del territorio e dare una dura lezione a tutti coloro che ogni giorno si impegnano per contrastarla.
Il ritrovamento di questo arsenale di armi è solo l’ultimo segnale inquietante che giunge dalla Calabria dove ci sono stati gli attentati alle caserme dei carabinieri e della guardia di finanza, i colpi di mitragliatrice contro il capannone di un imprenditore sotto scorta, Nino De Masi, i proiettili ritrovati sul pavimento della Dogana. Una vera “escalation” di violenza che dimostra l’insofferenza della ‘ndrangheta verso gli uomini dello Stato.
Il Comitato nazionale di ordine e sicurezza sta analizzando la situazione per garantire la massima protezione ai magistrati calabresi e per prendere tutte le misure necessarie per sventare ogni piano di attacco da parte della ‘ndrangheta, perchè occorre dimostrare che le istituzioni sono pronte a reagire e a non lasciarsi intimidire, continuando la lotta alla malavita calabrese.