Stupro di gruppo, sentenza shock della Cassazione: se la vittima si è ubriacata non sussiste l’aggravante

La sentenza della Suprema corte per un nuovo processo su un caso di stupro di gruppo sta generando un'orda di polemiche: per i due 50enni, che hanno violentato una ragazza, non sono previste le aggravanti.

Stupro di gruppo, sentenza shock della Cassazione: se la vittima si è ubriacata non sussiste l’aggravante

La terza sezione penale della Cassazione ha ordinato un nuovo processo per un caso di stupro di gruppo per ritoccare al ribasso le condanne comminate in appello: la sentenza ha innalzato un polverone di polemiche. Nel 1999 i giudici della Corte di Cassazione sentenziarono che, se la vittima porta i jeans non può essere stupro, nel 2006 riconoscevano le attenuanti per la minore gravità del fatto perché la ragazza di 14 anni, violentata dal patrigno, non era più illibata: l’odierna sentenza si alliena alle precedenti citate riportandoci indietro di decenni.

I giudici di Piazza Cavour hanno rilevato: “Si deve rilevare che l’assunzione volontaria dell’alcool esclude la sussistenza dell’aggravante, poiché la norma prevede l’uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti, l’uso delle sostanze alcoliche deve essere quindi necessariamente strumentale alla violenza sessuale, ovvero deve essere il soggetto attivo del reato che usa l’alcool per la violenza, somministrandolo alla vittima; invece l’uso volontario, incide si’, come visto, sulla valutazione del valido consenso, ma non anche sulla sussistenza dell’aggravante”.

Gli autori dello stupro sono due 50enni, la vittima una ragazza: i tre erano andati a cena e la giovane aveva bevuto tanto da non riuscire ad autodeterminarsi. Consci della situazione i soggetti l’hanno portata in camera da letto ed hanno abusato di lei. La giovane ore dopo si è recata al al pronto soccorso per descrivere in modo, logicamente confuso, la violenza subita.

Nel 2011 i due individui erano stati assolti in primo grado dal gip di Brescia perché la giovane non era stata riconosciuta attendibile; la corte d’Appello di Torino, a gennaio 2017, aveva valutato diversamente il referto del pronto soccorso e condannato i due uomini a tre anni con l’aggravante di aver commesso il fatto con l’uso di sostanze alcoliche. La Cassazione ha seguito quindi la linea di difesa degli imputati che aveva sostenuto che non vi fosse stata condotta violenta, né riduzione ad uno stato di inferiorità, dato che la ragazza si era volontariamente ubriacata.

Nel mondo politico numerose donne hanno giustamente rivolto le loro rimostranze in merito alla decisione dei giudici, la leader di Forza Italia Giovani Annagrazia Calabria ha affermato: “Lascia sconcertati la decisione della Cassazione di negare l’aggravante nel caso in cui la vittima di uno stupro abbia abusato di alcool.” La deputata osserva che far passare, anche solo lontanamente, l’idea che approfittare della mancanza di pieno autocontrollo da parte di una donna non sia un comportamento da punire in maniera ancora più dura è un passo indietro nella cultura del rispetto e nella punizione di un gesto ignobile quale è lo stupro.

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