Il figlio di Beppe Grillo, Ciro e tre suoi amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, sono indagati per uno stupro di gruppo avvenuto nel 2019 in Sardegna; i quattro amici aspettano il rinvio a giudizio. Le indagini sono coordinate dal procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, e dalla sostituta Laura Bassani.
La ragazza scandinava di venti anni, che ha denunciato i ragazzi un anno fa, alla stazione dei carabinieri di Milano, si trovava in vacanza in Sardegna con delle amiche. Tutto risale ad una sera del 16 luglio 2019, quando i giovani abusarono della ragazza, dopo aver bevuto qualche bicchiere di troppo; lei dichiarò formalmente che venne costretta a bere dai giovani nella villa di proprietà del comico, al Pevero di Porto Cervo, in Costa Smeralda.
Ciro Grillo è difeso da Enrico Grillo, mentre Ernesto Monteverde e Mariano Mameli difendono Edoardo Capitta; Romano Raimondo e Gennaro Velle difendono Francesco Corsiglia, infine Paolo Costa difende Vittorio Lauria. Stando al racconto della ragazza, dopo aver mangiato qualcosa si recò in camera da letto con uno di loro, ma non era consenziente e lui, dopo averla obbligata, venne raggiunto dagli altri.
Ma secondo il referto medico, che avvenne solo dopo dieci giorni che la ragazza si recò a Milano alla clinica Mangiagalli: “Impossibile capire dagli esami se quella sera fosse realmente ubriaca”. L’unico modo per ricostruire lo stato psicofisico della modella è attraverso testimonianze e racconti.
Non solo, secondo quanto sostenuto dall’accusa e stando a quanto emergerebbe dalle indagini, la ‘spaghettata’ coi quattro si concluse con rapporti sessuali non consenzienti, dopo abbondante consumo di alcol, ed il tutto ripreso con il telefonino. Sta ora agli inquirenti riprendere in mano quelle immagini per ricostruire quanto successo quella notte, prova importante è un video che riprenderebbe il momento del rapporto, trovato nel telefonino di uno dei ragazzi.