La notizia tragica dello stupro di gruppo ai danni di una turista polacca, avvenuto dinnanzi al marito picchiato, immobilizzato e derubato, ha colpito l’opinione pubblica: l’utente Abid Jee, 24 anni, di Crotone, residente a Bologna, studente di Giurisprudenza, ha commentato la notizia definendo lo stupro “peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale“. Inquientante è constatare che il ragazzo in questione sentenzia, sul suo profilo Facebook, di lavorare per la Cooperativa Lai–Momo, attiva nel campo del sociale, dall’immigrazione all’istruzione.
Il commento in questione non è rimasto a lungo presente in rete: gli utenti hanno preso ad accusarlo pesantemente, gli insulti si sono susseguiti in rapida successione. Vi sono state alcune segnalazioni alla redazione del Carlino e un’altra segnalazione è giunta da parte della consigliera comunale leghista Lucia Borgonzoni.
Abid Jee scrive su Facebook di essere un mediatore culturale e operatore sociale dal 25 dicembre 2016 a oggi a Bologna. Lai-Momo dichiara che le dichiarazioni del dipendente sono gravissime, che prenderanno tutti i provvedimenti possibili e cesseranno ogni forma di collaborazione, perchè quelle parole li danneggiano, sono irrispettose, vanno contro i valori umani e civili alla base del loro operato.
La Borgonzoni intende denunciare il ragazzo alla Questura: “È una frase di una gravità inaudita e il fatto che a questo ragazzo sembri normale scriverlo mi preoccupa e non poco, per questo farò segnalazione in questura. Un’altra utente mi ha detto di averlo subito segnalato agli amministratori di Facebook. Se poi davvero lavorasse per la Cooperativa Lai-Momo, auspico che venga allontanato immediatamente. Farò una serie di interrogazioni, sulla scelta e controllo dei mediatori culturali in città”.
La consigliera, in un ulteriore post, ha detto che attende una celere presa di posizione da parte della comunità islamica cittadina, visto che, è acclarato, che la frequenta o la frequentava.