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Roma

Stuprata e rapita: condannato il figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi

Stuprata e sequestrata, le scarpe tagliate per non farla uscire: figlio di un dirigente di Palazzo Chigi condannato a 4 anni

Cronaca
Pubblicato il 25 febbraio 2023, alle ore 11:07

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Stuprata e rapita: condannato il figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi

La fine di una relazione lascia sempre degli strascichi. Alcuni uomini sembra che non riescano ad accettare la fine della relazione e, proprio per questo, come raccontano anche le cronache, si scagliano contro le loro ex picchiandole, violentandole e arrivando anche a ucciderle. Una storia del genere arriva da Roma dove un uomo picchia, violentata e sequestra per giorni la sua ex. 

Per tre anni, dal 2016 al 2019, una donna ha dovuto subire le angherie e violenze da parte del suo ex, Marco V., il figlio di un ex dirigente di Palazzo Chigi. L’uomo l’avrebbe picchiata, sequestrata, violentata e anche rinchiusa in casa senza darle cibo. In base a quanto riporta Il Messaggero, gli inquirenti hanno ricostruito i fatti e le violenze sia fisiche che psicologiche subite dalla donna. 

L’uomo era giunto anche a distruggerle il telefono per impedirle di comunicare con l’esterno, le aveva tagliato i vestiti e le scarpe per non farla uscire di casa. Disturbava il sonno nelle notti precedenti l’esame. Una storia terribile, come ha avuto modo di raccontare anche la vittima: “Ero intrappolata in una relazione tossica, ora mi sento rinata. Avevo paura, anche perché lui viene da una famiglia con molte disponibilità”.

Marco V. è accusato oltre che di atteggiamento e soprusi, anche di contegno violento e dispotico, con vessazioni fisiche e psicologiche mortificanti. L’uomo ha continuato a minacciarla, aggredirla con schiaffi e morsi, lanciandole anche un bicchiere di vetro che le ha causato numerose ferite alle caviglie e ai polsi. Oltre a queste accuse, si aggiunge anche quella di stalking per “innumerevoli chiamate e messaggi” al punto d’averla inondata di 230 telefonate dall’11 maggio al 20 luglio 2019; più di 100 sms nel periodo dal 12 maggio al 15 luglio. 

Elisa Busuito con la collega Beissan Al Qaryouti, legali dell’imputato, respinge ogni tipo di accusa al punto da affermare: “Nella requisitoria non c’è stato nessun serio confronto con tutti gli elementi di prova emersi nel dibattimento. Abbiamo depositato diversi messaggi scambiati tra i due e un verbale di polizia in cui si parlava di una lite tra fidanzati, escludendo atteggiamenti violenti”.

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Cosa ne pensa l’autore
Simona Bernini

Simona Bernini - I soprusi, le violenze a cui le donne sono sottoposte ogni giorno, come nel caso di questa donna, mettono i brividi. Una relazione tossica deleteria, non solo dal punto di vista fisico, ma anche e soprattutto psicologico con cicatrici che non sempre si rimargineranno. Capisco anche che la donna avesse paura considerando che, con i mezzi a disposizione, l'uomo poteva farla franca. Spero che la vittima possa costruirsi una nuova vita e provare a voltare pagina, per quanto possibile.

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