Studente sospeso da scuola perché porta le treccine, ma ha buoni voti

Il ragazzo frequenta l'Alberghiero di Riccione. L'istituto non ha approvato le treccine e lo ha sospeso per tre giorni. Sel chiede l'intervento del ministero dell'Istruzione e la madre si è sfogata su Fb. E' polemica

Studente sospeso da scuola perché porta le treccine, ma ha buoni voti

L’istituto alberghiero di Riccione ha sospeso per tre giorni uno studente bravo, serio e con voti eccellenti perché porta le treccine. L’istituo ha infatti riconosciuto che la sua acconciatura non è adatta al profilo professionale richiesto e il ragazzo, 16 anni, non è stato ammesso in classe perché i dreadlocks non sono accettati dal regolamento interno dell’istituto.

La madre ha reclamato su Facebook e ha scritto: “Noi siamo straorgogliosi di avere un figlio come te, non sono i capelli che mi dicono che persona sei, mi dispiace che sul tuo cammino tu abbia trovato così tanta cattiveria e ignoranza”. La donna ha raccontato alla stampa locale di non essere stata avvisata del provvedimento da parte della scuola e di essere venuta a conoscenza dell’accaduto dai giornali.

E la scuola si difende dicendo: “Nel nostro regolamento formativo sono presenti quelle norme che afferiscono alla cura della persona, ben codificate nel settore ristorativo. All’atto d’iscrizione tutti gli allievi e tutte le famiglie lo accettano e sottoscrivono in piena libertà”.

Scoppia immediata la polemica, e interviene il parlamentare di Sel Giovanni Paglia, dicendo che non è possibile che una scuola sospenda un ragazzo per un banale taglio di capelli. E il parlamentare attacca dicendo che questo è un atto di discriminazione che viola la libertà della persona. E aggiunge: “Credo sia giusto che il Ministro intervenga, a tutela del sereno percorso scolastico del ragazzo, ma soprattutto per evitare che si affermi un precedente contrario alla libertà personale”. 

Anche la Cgil di Rimini si schiera dalla parte del ragazzo, e dichiara l’atteggiamento dell’istituto un fatto inaccettabile, e che rende nullo il ruolo educativo della scuola nel nostro paese. Infatti, secondo la Cgil, una struttura formativa ha il compito di educare alla convivenza e a sviluppare nei ragazzi un pensiero critico. Inoltre, la scuola non ha alcun diritto di reprimere azioni come questa e tantomeno di impedire al soggetto coinvolto l’accesso agli ambienti scolastici.

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