All’età di 17 anni ha bullizzato un professore della sua scuola, rendendogli impossibile la vita e costringendolo addirittura a cambiare mestiere. Per un ragazzo, adesso maggiorenne, le cose non si sono messe bene sin da subito, in quanto la vicenda è finita davanti al tribunale civile di Sondrio, provincia nel quale sono maturati i fatti.
Secondo quanto riferisce la stampa locale e nazionale, le umiliazioni al professore sarebbero avvenute davanti a tutta la classe frequentata dal giovane. Adesso l’insegnante è un dipendente del ministero dello Sviluppo Economico, ma in questi anni non si è dato per vinto e ha deciso di portare la vicenda dinanzi ai giudici.
Lo studente non era mai stato espulso dalla scuola, ma solo sospeso. Vista la gravità dei fatti contestati, le autorità sono volute andare a fondo alla vicenda, anche se i genitori dell’alunno, come tentativo di conciliazione, avevano offerto al professore la somma di 10.000 euro, in modo da chiudere subito la vicenda. Il docente ha perà continuato per la sua strada. Il tribunale inizialmente aveva chiesto di condannare l’ex alunno al pagamento di 26.000 euro per i danni morali.
La vicenda potrebbe finire in appello
Il tribunale non aveva quindi accolto la richiesta di pagare 14.500 euro per i danni morali subiti dal professore. A distanza di anni però si è tornati a ragionare sulla stessa somma. Gli avvocati dell’insegnante sono comunque soddisfatti, anche se a loro avviso c’è stato il mancato riconoscimento della complessità della vicenda, che ha visto il professore umiliato in un contesto educativo.
Secondo quanto riferisce Fanpage il legale del giovane potrebbe impugnare la decisione del tribunale, e si potrebbe quindi andare in appello, almeno a detta degli avvocati che tutelano gli interessi del docente. Il giovane, che era stato perseguito per minacce e violenza privata, aveva ottenuto dal giudice un periodo di messa alla prova.
Durante questo tempo ha eseguito varie attività e impieghi. Sicuramente nelle prossime settimane, o al massimo nei prossimi mesi, si potranno conoscere ulteriori dettagli su quanto avvenuto e sul procedimento giudiziario in questione. Dopo le vessazioni ricevute, l’insegnante avrebbe perso la reputazione e la capacità di mantenere viva l’attenzione dei ragazzi in classe.