Stop ergastolo patente: chi uccide in strada tornerà alla guida

Dietrofront del Parlamento di fronte all'ergastolo della patente, Cucca (Pd): "Sarebbe incostituzionale". E' stata quindi depennata la pena accessoria dal ddl sull'omicidio stradale, chi ucciderà al volante potrà tornare normalmente alla guida

Stop ergastolo patente: chi uccide in strada tornerà alla guida

E’ ufficiale: chi ammazzerà a bordo di un automobile, guidando consapevolmente sotto l’effetto di sostanze psicotrope, sarà libero di tornare alla guida. La notizia arriva direttamente dalla Commissione Giustizia che, lo scorso 21 Aprile, ha discusso il ddl sull’omicidio stradale. Dal disegno di legge è stata infatti cancellata la pena accessoria denominata comunemente come “ergastolo della patente”, ed a spiegare il perché di questa improbabile decisione ci ha pensato lo stesso relatore Cucca (Pd): “Non è difendibile sul piano della legittimità costituzionale”. L’articolo in questione era il numero 6 comma 1a del ddl depositato il 20 Giugno 2013, e prevedeva l’impossibilità di ottenere una licenza di guida per chiunque fosse stato condannato, in via definitiva, per omicidio stradale.

A nulla sono valse le numerose manifestazioni organizzate in tutta Italia lo scorso 24 Marzo, dalle associazioni dei parenti delle vittime della strada, per sensibilizzare i parlamentari e l’opinione pubblica riguardo al reato di omicidio stradale. Un omicidio in piena regola, ci sentiamo di dover sottolineare; perché avere tra le mani un’automobile significa controllare uno strumento pericoloso, potenzialmente letale. Come, se non più, di una pistola. Ma lo scorso martedì 21 Aprile, come riporta Il Fatto Quotidiano, il relatore Pd Luigi Cucca ha spiegato come le modifiche in questione siano state cancellate dal ddl sull’omicidio stradale in quanto c’erano: “Forti perplessità sull’eventuale inserimento di una revoca permanente della patente come pena accessoria alla condanna […] in quanto un simile meccanismo sanzionatorio, per la definitività dei suoi effetti, non pare difendibile sul piano della legittimità costituzionale”.

Insomma, guai a togliere l’arma ad un assassino: sarebbe incostituzionale. Non intendiamo tuttavia sciorinare tutta la serie di leggi ad hoc passate senza alcun genere d’attrito nonostante la loro manifesta incostituzionalità; l’articolo risulterebbe pressoché interminabile. La legge riguardante l’omicidio stradale però, dacché non porterà alcun genere di tornaconto diretto alla classe politica (né a quella dirigenziale ad essa affine), ha potuto venire barbaramente mutilata senza alcun genere di remora. E sì che solo lo scorso Dicembre fioccavano promesse: “Il tempo dell’impunità è finito: l’omicidio stradale e l’ergastolo della patente sono interventi che il Parlamento ha iniziato ad affrontare”. Parola di Renzi.

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