Saltare il lavoro per andare a messa è legale, e non consiste in un valido motivo di licenziamento. E’ questo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, la quale ha chiarito che qualsiasi lavoratore si rifiuti di adempiere al proprio turno di lavoro per assistere a funzioni religiose non possa essere sanzionato né licenziato.
La notizia è arrivata a margine di un contenzioso tra un lavoratore dipendente ed il suo datore di lavoro: quest’ultimo aveva infatti imposto al dipendente di aprire l’esercizio commerciale la domenica, ma quel giorno era proprio quello settimanalmente dedicato – da parte del lavoratore – all’andare in chiesa.
L’uomo si era anche offerto di “riparare” all’assenza domenicale lavorando altri giorni, ma il datore si è dimostrato incredibilmente inflessibile. Così la vicenda è finita in tribunale. Ed i giudici hanno ritenuto che il diritto a prendere parte a cerimonie religiose in un giorno considerato festivo sia inviolabile.
Inoltre, la Corte di Cassazione ha disposto anche che qualsiasi lavoratore abbia diritto di invocare il riposo settimanale dopo 6 giorni lavorativi consecutivi. Il datore che si rifiuterà di concederlo andrà contro la legge, e sarà soggetto a provvedimenti da stabilirsi nelle sedi più opportune.
Nello stabilire l’illegittimità del licenziamento in questione, la Cassazione ha valutato anche la condotta disciplinare esemplare dell’impiegato, il quale si era sempre distinto per un atteggiamento integerrimo e non presentava sanzioni. Inoltre, è contro la legge licenziare in tronco alla prima violazione delle direttive imposte dal datore di lavoro.