Sparisce dalla casa di riposo, in cui vive da anni e muore a un migliaio di chilometri di distanza in circostanze ancora da chiarire. La vicenda che ha coinvolto Maria Basso, una 80enne ospite della RSA Villa Rosa ad Asiago in provincia di Vicenza, inizia il primo Dicembre. Prelevata da una misteriosa parente siciliana e trasferita a Catania. In realtà l’anziana sarebbe dovuta rientrare a Villa Rosa, la sera stessa. Invece viene catapultata a migliaia chilometri da casa, con un lungo viaggio in auto. Di cui non si comprende il motivo e soprattutto con una cugina, che si è palesata solo a Settembre.
Maria Basso era una pensionata della Farnesina, aveva lavorato come funzionaria presso le ambasciate italiane negli USA, in Francia e in Australia. Figlia d’arte, anche il padre era un diplomatico, nata a Bassano del Grappa, ha vissuto la gioventù in Iran. Mai sposata e senza figli, una volta scomparsi i genitori rimane sola e preferisce trasferirsi in Villa Rosa. Vicino a lei, il cugino di primo grado Mario e l’amica di una vita Clelia che è anche sua procuratrice speciale.
Le stranezze in questo caso, iniziano ben prima del viaggio in Sicilia quando il direttore della filiale Unicredit, presso la quale è aperto il conto della Basso, nota dei movimenti bancari sospetti ed inusuali tanto da fare un esposto. Poi a Clelia viene revocata la procura dal notaio Murano, per affidarla alla cugina siciliana. Il notaio è lo stesso che aveva redatto il testamento di Maria -che devolveva tutto in beneficenza- circa quindici anni fa. La donna lo ha forse modificato?
Maria Basso godeva di una discreta salute ma aveva necessità di cure fisioterapiche, che non ha avuto durante il soggiorno in Sicilia presso la casa di riposo Nuova Veteres in provincia di Catania. Non è chiaro nemmeno se abbia assunto i farmaci prescritti.Il tragico epilogo accade pochi giorni fa, quando Maria, dopo aver pranzato dai parenti siciliani, si sente male. Il personale della casa di riposo allerta il 118 ma i soccorsi sono vani. Da un a prima ricostruzione le vie respiratorie della donna erano ostruite da cibo.
Una spiegazione plausibile, secondo Mario: “Maria mangiava solo brodini, o omogeneizzati, o comunque cibi tritati”. Con tutti questi elementi : i movimenti sospetti, la procura affidata ad una altra persona, un viaggio senza senso sia la procura di Vicenza che quella di Catania hanno aperto un’indagine per circonvenzione di incapace, con relativi accertamenti patrimoniali, che potrebbe diventare qualcosa di più grave se l’autopsia confermasse le cause del decesso. “Noi crediamo che Maria sia stata convinta, in un momento in cui le forze le stavano venendo meno, che a Catania sarebbe tornata giovane -racconta Roberta Basso, altra cugina di Maria, al Corriere Veneto-, avrebbe ripreso a camminare, si sarebbe rimessa. E invece è morta in due settimane, credo le peggiori che abbia vissuto”.