Un ciclista prende a pugni un automobilista che non gli aveva dato la precedenza perché pensava che con i suoi gesti lo stesse insultando. La vicenda è accaduta a gennaio, ed è stata riportata allora dal “Gazzettino” di Feltre, in provincia di Belluno. L’incidente si è verificato a Crocetta, sulle strade del Montello, dove un ciclista di 26 anni ha rischiato di avere un incidente con un automobilista sordomuto. L’auto non gli aveva dato la precedenza e il ciclista era stato costretto a frenare bruscamente. Dopo essersi fermato il ciclista si avvicina al conducente della macchina per lamentarsi dell’accaduto, ma come risposta ha solo dei segni che l’ignaro ciclista non capisce. Anzi, pensa che l’uomo lo stia insultando, e tra insulti e sfuriate, arriva a prenderlo a pugni e lo manda all’ospedale.
Ma la vicenda non finisce qui. Mentre il ciclista torna alla sua vita pensando che l’accaduto non avesse un seguito, l’altro procede con una denuncia per lesioni personali. Infatti, il giovane ha ricevuto una lettera dai militari di Montebelluna che lo accusa di avere provocato danni personali all’automobilista, ed è qui che il ciclista scopre che l’uomo è sordomuto. La denuncia non lascia scampo, e non ci saranno sicuramente attenuanti per il ciclista, che ha creduto che i segni dell’uomo fossero insulti.
La violenza generata da un diverbio inesistente, perché infatti l’altro non parlava, non è giustificabile in nessun modo e l’aggressione era assolutamente impropria. La sua ira e rabbia nei confronti del povero sordomuto o di qualsiasi altra persona sono frutto di un comportamento isterico e irrazionale, che è tipico di molte persone che ritengono di essere sempre dalla parte della ragione. Fortunatamente l’automobilista sordomuto ha avuto la capacità di difendersi e di farsi tutelare dalla legge, ma soprattutto che è rimasto vivo dopo le botte che ha preso dal ciclista.
Il comportamento di chi agisce fisicamente contro un’altra persona è sempre e comunque da condannare, in più il ciclista doveva riflettere e constatare se l’uomo lo stava davvero insultando. Non ci sono scuse dunque, adesso il ciclista dovrà prendersi le sue responsabilità, nei confronti di una persona che non aveva nessun diritto di essere aggredita.