Solidarietà di 2 cugini: a casa hanno 11 e 5 figli ma consegnano oltre 200 pacchi ai bisognosi

Una storia di solidarietà, quella dei cugini Antonello Crucitti e Davide Pacetta che, nonostante le loro famiglie numerose, sono al servizio dei bisognosi, donando loro 200 pacchi alimentari in 2 mesi.

Solidarietà di 2 cugini: a casa hanno 11 e 5 figli ma consegnano oltre 200 pacchi ai bisognosi

Buon sangue non mente. Solidarietà, fede e famiglia scorrono nelle vene di Antonello Crucitti, papà di 11 figli, di età compresa tra i 5 e i 24 anni, con un lavoro in un ospedale e una casa a Brescia, e di suo cugino, Davide Pacetta, che di figli ne ha 5, di età compresa tra i 6 anni e i 31 giorni. 

Nonostante le loro numerose famiglie, da anni i due cugini si occupano di chi è più in difficoltà, tanto da aver distribuito più di 200 scatole di pacchi alimentari in due mesi alle famiglie bisognose, senza tralasciare genitori separati, single, disabili e anziani.

L’associazione creata da Antonello

Antonello Crucitti, da oltre 25 anni, è il fondatore e il presidente dell’associazione “Fede, speranza e carità”, che può contare sul’aiuto di tanti volontari. Grazie al loro aiuto, non solo materiale ma anche emotivo, l’associazione, nel corso del tempo, è riuscita a impedire 3 suicidi, raggiungendo, in tutti questi anni, 10 mila persone bisognose.

La solidarietà, in questo particolare periodo di pandemia, risulta ancora più rafforzata grazie all’aiuto di aziende private che, conoscendo i cugini, li supportano nella loro missione di distribuzione dei pacchi. Fondamentale – sottolinea Antonello – il sostegno della famiglia, in quanto assieme a sua moglie, ha trasmesso i loro valori anche ai figli che si sono sostituiti al padre nelle consegne quando lui, per motivi di salute, non ha potuto effettuarle personalmente.

Periodicamente i due cugini effettuano telefonate alle persone che seguono per sapere come stanno. C’è un immenso bisogno di un ascolto profondo e di un aiuto vero affinchè, chi attraversa un momento di difficoltà, non si senta solo. Davide, che segue l’esempio di Antonello, tende a precisare che la loro esperienza è accanto alle coppie in crisi, alle donne che hanno paura di portare avanti una maternità, a chi è solo.

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