Siracusa, ragazzina pestata da un gruppo chiede aiuto, ma i presenti preferiscono fare i video

Una ragazzina di 13 anni è stata colpita da un gruppo di coetanee ad Avola, in provincia di Siracusa, mentre altri giovani riprendevano la scena con il cellulare anziché intervenire.

Siracusa, ragazzina pestata da un gruppo chiede aiuto, ma i presenti preferiscono fare i video

Una difficile vicenda ha scosso la comunità di Avola, in provincia di Siracusa, dove una ragazzina di 13 anni è stata colpita da un gruppo di coetanee, mentre altri giovani, invece di intervenire, hanno preferito filmare la scena con il proprio cellulare. L’episodio, avvenuto nella serata di sabato in viale Mattarella, un noto punto di ritrovo dei ragazzi, ha suscitato indignazione e preoccupazione in tutta la zona, e la polizia è ora al lavoro per identificare gli autori del gesto.

L’adolescente è stata circondata da una baby gang tutta al femminile. Dopo averla fatta cadere a terra, le ragazze hanno iniziato a colpirla con calci, senza alcuna pietà. Purtroppo, questo triste episodio non è stato solo una manifestazione di bullismo fisico, ma anche un esempio di come questo comportamento possa essere amplificato dai mezzi tecnologici: alcuni ragazzi presenti hanno infatti ripreso l’intera scena con il telefonino, per poi diffondere i video tra le chat di amici, rendendo la situazione virale.

Le immagini, che hanno subito fatto il giro dei social, hanno suscitato indignazione e sorpresa, non solo per la severità dell’episodio, ma anche per il comportamento passivo degli spettatori, che non hanno fermato la vicenda, ma l’hanno invece documentata. Questo fenomeno, purtroppo, è sempre più comune, e solleva gravi interrogativi sulla responsabilità sociale dei giovani e sull’influenza dei social media nella diffusione di atti del genere.

Al momento, la polizia ha già sentito alcuni testimoni e continua le indagini per identificare le responsabili. L’episodio, infatti, potrebbe avere risvolti giuridici, in quanto non si tratta solo di un caso di bullismo, ma anche di una vicenda documentata e condivisa in rete, il che potrebbe aggravare ulteriormente la posizione delle autrici del gesto.

Le autorità stanno valutando anche l’eventuale responsabilità dei minorenni che hanno assistito alla scena senza intervenire, in un contesto che sembra rivelare non solo l’incapacità di fermare l’atto, ma anche una certa “normalizzazione” del fenomeno tra i giovani. 

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