La Chiesa ha scelto, e la sua è una grande sfida, di venire incontro alla famiglia. Il Sinodo ha fatto riflettere e ha elaborato un testo che consegnerà entro domenica al Papa, dove manda un invito chiaro a fare “scelte pastorali coraggiose” nei confronti dei divorziati risposati e delle coppie che convivono. Anche sulle unioni omosessuali il Sinodo fa capire di prenderne atto e che “vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partner”.
Il documento è stato accolto con un grande applauso, riguardo le oltre cinquemila parole è stato precisato: “Non si tratta di decisioni prese né di prospettive facili”. E come il cardinale Erdo ha sottolineato: “L’obiettivo resta trovare vie di verità e di misericordia per tutti, secondo un approccio che permetta di apprezzare più i valori positivi che custodiscono, anziché i limiti e le mancanze”. Il documento parla di incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi parte della Chiesa anche per chi fino ad oggi è stato negato. I Padri sinodali perciò invitano a “cogliere la realtà positiva dei matrimoni civili e, fatte le debite differenze, delle convivenze”, per accompagnare le coppie alla riscoperta del sacramento nuziale. Un annuncio che però non può essere solo teorico, ma deve invocare da parte della Chiesa un aiuto a vedere la vita nuziale dal lato autentico e vero.
Anche sul caso dei matrimoni da annullare si è molto discusso e in particolare si è parlato della “necessità di rendere più accessibili ed agili le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità“, dando più poteri ai Vescovi locali e istituendo la figura di un sacerdote che possa offrire consulenza gratuita. E qui riprende l’ipotesi dell’accesso alla comunione per i risposati, “preceduto da un cammino penitenziale sotto la responsabilità dal vescovo diocesano, e con un impegno chiaro in favore dei figli”. Quindi una possibilità non generalizzata, ma decisa caso per caso. Questa situazione ha creato divergenze tra i Vescovi, e i Padri riformatori hanno ribadito di approfondire l’analisi teologica e hanno posto una domanda: “Se è possibile la comunione spirituale, perché non poter accedere a quella sacramentale?”.
Diverse le posizioni sulla contraccezione, su cui rimane la chiusura totale, mentre invece un intero capitolo è stato dedicato alla questione dell’omosessualità, su cui il Sinodo si esprime con prudenza. Infatti, si ritiene “non accettabile” che “organismi internazionali condizionino aiuti finanziari all’introduzione di normative ispirate all’ideologia del gender”, ma riconosce alle persone omosessuali “doti e qualità da offrire alla comunità cristiana”.