Il sindaco di Giovinazzo, alle porte di Bari, ha dichiarato di essersi aumentato lo stipendio a 2788 euro lordi al mese. Un vero e proprio raddoppio rispetto al suo precedente compenso. Il primo cittadino, Tommaso Depalma, ha giustificato questa decisione motivandola in questo modo: “Così facendo, potrò aiutare più facilmente i concittadini più poveri“.
Tommaso Depalma, un imprenditore “prestato” alla politica, è stato rieletto a giugno scorso dopo il ballottaggio. Si trova alla guida di otto liste civiche di centro-destra (derivazione berlusconiana). Cinque anni fa, aveva sorpreso i cittadini di Giovinazzo annunciando di essersi dimezzato lo stipendio, riducendolo a 1400 euro mensili lordi. Ma, ora, sembra aver cambiato idea.
Depalma era stato eletto la prima volta cinque anni fa con oltre il 60% delle preferenze, un vero e proprio plebiscito. Ma ora la sua scelta di aumento del proprio salario sta provocando non poche polemiche tra i 20 mila abitanti di Giovinazzo. Legalmente, risulta tutto regolare: in un paese con più di 15 mila abitanti, il sindaco può infatti vedere in busta paga fino a 3100 euro al mese.
Ciò che però fa discutere, più della scelta di raddoppiarsi lo stipendio, è la motivazione che ha deciso di dare ai suoi concittadini. “In questo modo riuscirò ad aiutare meglio e più velocemente chi ha bisogno del mio aiuto “, così infatti si giustifica il primo cittadino. Questa dichiarazione, non priva di una certa ironia, vuole far passare un incremento dello stipendio come una mossa filantropica.
Come viene riportato da Repubblica, Tommaso Depalma dichiara la sua decisione nascondendola dietro alle sue buone azioni: “Ho scelto di prendere l’indennità piena perché mi sono reso conto che la macchina amministrativa è troppo lenta quando si tratta di aiutare i poveri”. Continua raccontando di come, da sindaco, si sia adoperato più volte ad aiutare i suoi concittadini più bisognosi, acquistando per loro le medicine o facendo la spesa. Un sindaco che, al posto di agevolare e potenziare i servizi sociali, preferisce fare buone azioni, a sua discrezione, con lo stipendio pubblico.