Sindacalista assolto dall’accusa di molestia sessuale su una hostess: lei ha reagito troppo tardi

La donna avrebbe impiegato venti secondi prima di defilarsi dall'uomo. Inoltre avrebbe fatto passare troppo tempo prima di presentare denuncia. Attiviste sul piede di guerra

Sindacalista assolto dall’accusa di molestia sessuale su una hostess: lei ha reagito troppo tardi

Un sindacalista di Milano è stato assolto dal Tribunale di Busto Arsizio dall’accusa di violenza sessuale perché la vittima, una hostess, ha reagito tardi ai suoi palpeggiamenti. Il fatto è avvenuto il 9 luglio 2018 ma la sentenza è giunta solo adesso, lasciando strascichi di polemiche in stile Greta Beccaglia, la reporter molestata fuori dallo stadio di Empoli da Andrea Serrani, un tifoso finito nell’occhio del ciclone.

Secondo quanto racconta un quotidiano lombardo, la donna aveva chiesto aiuto all’uomo in una causa di lavoro. I due si erano incontrati in un ufficio che viene utilizzata dai sindacati. Lì si sarebbe consumato il fattaccio. L’uomo l’avrebbe palpeggiata da dietro con fare insistente. I giudici, pur credendo alla versione della donna, hanno assolto l’uomo perché la molestia sessuale, essendo avvenuta alle spalle, ha impedito all’imputato di capire se la donna fosse consenziente o meno. Tenuto anche conto che la reazione indignata della donna sarebbe avvenuta non subito, ma dopo circa venti secondi. Quanto basta perché l’avvocato difensore ponesse il beneficio del dubbio sulla consenssualità della vittima.

La donna era consenziente o meno? Perché ha impiegato tempo prima di sottrarsi dalla molestia? Ha avuto qualche ripensamento? Non si sa. Si conosce solo la versione della donna che ha affermato di essere rimasta pietrificata davanti al comportamento insolente dell’uomo e di aver avuto paura di reagire nell’immediato. Una versione che però non ha convinto i giudici, che hanno sottolineato anche il ritardo con cui la hostess ha presentato denuncia. Un ritardo non certo decennale, come succede con i movimenti metoo che denunciano gli uomini a distanza di millenni, ma è quanto è bastato perché il dubbio incidesse pesantemente sulla decisione dei giudici di assolvere l’uomo.

Una decisione che non è andata giù alla hostess che ha spiegato il ritardo della denuncia con il fatto che in quel momento era “la mia parola contro la sua”. Non solo, ma l’assistente di volo ha raccontato di aver deciso di denunciare dopo aver saputo che anche altre donne sarebbero state oggetto delle avance ardite dell’uomo. La hostess ha poi detto che ricorrerà contro la decisione: “Voglio sapere da altri giudici se davvero avevo soltanto venti secondi per decidere come reagire a quelle mani addosso”.

La decisione del tribunale di Busto Arsizio ha sollevato aspre polemiche nell’opinione pubblica. L’avvocato e attivista Cathy La Torre, in un post, ha scritto: “Per le giudici – già, parliamo incredibilmente di tre donne – una molestia è tale solo se una donna reagisce d’impulso e magari mette al tappeto l’aggressore con un calcio volante!”. La Torre sostiene che non è stato minimamente preso in considerazione lo stato psicologico della vittima: “Non conta che una donna, ritrovandosi addosso le mani di un uomo, mentre è sola, possa essere per alcuni secondi stordita, confusa, spaventata”. Ha poi chiuso il suo post citando le parole che l’assistente di volo ha affidato al Corriere della Sera: “Ci dicono ogni giorno di denunciare, di non avere paura, aprono sportelli, ma se poi i risultati sono questi, come si fa a credergli?”.

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