Shock sanità: aborti senza permesso e neonati uccisi per errore. I medici si coprivano

La malasanità continua a farsi sentire in Italia, e stavolta a finire nel mirino degli investigatori è l'azienda sanitaria di Reggio Calabria, dove sarebbero avvenuti orrori come bambini morti per sbaglio ed aborti senza permesso effettuati dai medici.

Shock sanità: aborti senza permesso e neonati uccisi per errore. I medici si coprivano

La malasanità continua a colpire, e stavolta l’orrore è di quelli pesanti. Si parla infatti di errori dai risvolti incredibilmente tragici da parte dei medici, che hanno portato ad aborti effettuati senza il consenso dei pazienti, a bambini morti o resi invalidi a vita a causa di manovre sbagliate o inappropriate in barba a qualsiasi protocollo standard, addirittura di pazienti maltrattate negli ospedali anche se in stato di gravidanza.

Lo scandalo è scoppiato a Reggio Calabria, dove l’azienda sanitaria è finita nel centro del mirino degli inquirenti nell’ambito dell’inchiesta “Mala Sanitas” realizzata dalla Procura locale. Le investigazioni sono partite a causa dell’ingente mole di denunce fatte pervenire alle autorità da parte dei genitori delle vittime, ed ha portato a galla uno scenario che sarebbe eufemistico definire semplicemente “drammatico“.

Negli ospedali di Reggio Calabria andava infatti in scena un vero e proprio festival degli orrori con pazienti maltrattati, bambini nati sani uccisi o resi invalidi dai medici, aborti praticati sommariamente senza il consenso dei genitori ed altre nefandezze irripetibili. Il tutto però non era mai venuto a galla.

Il personale medico ed i vertici del presidio “Bianchi-Melacrino-Morelli“, principale azienda sanitaria di Reggio Calabria, si occupavano infatti di insabbiare puntualmente tutti i casi più spinosi. Una mafia sanitaria in tutto e per tutto, la cui parola d’ordine era “omertà“, e continuare a mentire persino di fronte all’evidenza.

Storie già viste dunque, sebbene l’elemento preoccupante sia proprio il fatto che non si stia parlando di clan mafiosi, bensì di gruppi di medici che avrebbero dovuto salvaguardare la salute dei loro pazienti; e che invece la distruggevano deliberatamente, salvo poi coprirsi l’un l’altro per evitare ripercussioni.

Questa è una bruttissima storia” ha chiosato con mestizia uno degli investigatori della Guardia di Finanza che si sono occupati del caso. Questa mattina per ordine dei pm Annamaria Frustaci e Roberto di Palma, e del Procuratore aggiunto Gaetano Paci, sono stati ottenuti 11 provvedimenti cautelari a carico di altrettanti medici ed operatori sanitari indagati.

Altri 6 medici ed un’ostetrica responsabili a vario titolo degli orrendi crimini sono stati interdetti dall’esercizio della professione per i prossimi 12 mesi; al termine dei quali, ovviamente, potranno ricominciare a lavorare liberamente.

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