Sgozza ex marito della compagna, l’omicida: "Volevo difendere la madre di mio figlio"

Il 56enne, accusato dell'omicidio dell' ex marito della compagna, avvenuto domenica scorsa in provincia di Milano, si è costituito, dicendo di averlo ucciso per difendere la madre di suo figlio.

Sgozza ex marito della compagna, l’omicida: "Volevo difendere la madre di mio figlio"

Il 56enne accusato di aver ucciso il 36enne Luigi Danesi, si è costituito con queste parole: “Volevo difendere la madre di mio figlio”.Il 36enne è morto domenica pomeriggio in via dei Tigli a Cesano Boscone, in provincia di Milano.

Secondo quanto riferito a Fanpage.it, l’autore del gesto si è consegnato ai carabinieri dopo le 23 e ha riferito di avergli dato solo una coltellata, indicando dove fosse l’arma del delitto.

L’uomo è sottoposto a fermo per omicidio volontario

Dopo una sera di caccia, ormai braccato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano e della Compagnia di Corsico, il 56enne tunisino si è costituito. È stato sottoposto a fermo per omicidio volontario. Danesi si era recato a casa della moglie, 39enne, con la quale si era sposato tre anni fa in carcere ma con cui di fatto non aveva mai convissuto, per «un incontro chiarificatore» dopo che i due avevano smesso di frequentarsi un paio di mesi fa. Tra marito e moglie è poi nata una discussione nel vialetto del palazzo in cui vive la donna.

A quel punto il tunisino, padre del figlio 13enne della donna, che si era allontanato prima dell’arrivo di Danesi per andare in un vicino centro commerciale, è rientrato e la donna gli ha subito chiesto aiuto. La moglie della vittima ha raccontato che Danesi l’avrebbe aggredita e picchiata, e a quel punto il 56enne ha preso un grosso coltello da cucina che aveva nascosto fuori dal palazzo, nel terreno, e avrebbe sferrato una sola coltellata al collo.

Dopo aver sgozzato l’uomo, ha chiesto alla donna di chiamare i soccorsi ed è poi scappato. Una volta costituitosi, ha raccontato di aver nascosto il coltello vicino a un parco a Cesano. Pluripregiudicato per reati di droga, furti e lesioni, il 56enne ha trascorso in carcere complessivamente 25 anni dal suo arrivo in Italia nel 1978.

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