Pianificavano l‘uccisione di magistrati e politici senza scorta ed attentati terroristici a Prefetture, agenzie di Equitalia, stazioni e questure; gli attentati sarebbero dovuti avvenire contemporaneamente in varie città d’Italia e prevedevano il coinvolgimento, e quindi la morte, dei lavoratori e degli utenti degli obiettivi prescelti.
Questo è lo spaventoso quadro che l’Italia avrebbe dovuto affrontare se i R.O.S e la procura distrettuale antimafia della città de L’Aquila non fossero intervenuti.
Era il 2013 quando i ROS cominciarono ad investigare su “Avanguardia Ordinovista”, un’associazione clandestina che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista Ordine Nuovo “progettava azioni violente nei confronti di obiettivi istituzionali, al fine di sovvertire l’ordine democratico dello Stato”.
Le indagini, guidate dal pm Antonietta Picardi e dal procuratore Fausto Cardella della procura aquilana, misero in luce le intenzioni terroristiche del gruppo guidato da Stefano Manni volte a “minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali quali Prefetture, Questure e Uffici di Equitalia e previsto, in un secondo momento, di partecipare alle elezioni politiche con un proprio partito”.
Era dunque un piano a lungo raggio e soprattutto ben organizzato; il gruppo infatti stava mettendo su un vero e proprio arsenale da guerra tramite il recupero di armi belliche sotterrate durante la seconda guerra mondiale, l’acquisto di armi in Slovenia ed anche una rapina (poi sventata tramite uno stratagemma dai Ros) ai danni di un collezionista d’armi e come fanno sapere i Ros “L’associazione eversiva utilizzava il web, ed in particolare il social network Facebook, come strumento di propaganda eversiva, incitamento all’odio razziale e proselitismo: attraverso un profilo pubblico, lanciava messaggi volti ad alimentare tensioni sociali e a suscitare sentimenti di odio razziale, in particolare nei confronti delle persone di colore”.
Per fortuna questa mattina i carabinieri del Ros sono intervenuti con blitz che hanno riguardato le città de L’Aquila, Montesilvano, Chieti, Ascoli Piceno, Milano, Torino, Gorizia, Padova, Udine, La Spezia, Venezia, Napoli, Roma, Varese, Como, Modena, Palermo e Pavia e che hanno visto l’arresto di 14 persone e 44 indagati tra cui Rutilio Sermonti, intellettuale di riferimento dell’estrema destra.
I provvedimenti sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale de L’Aquila Giuseppe Romano Gargarella ed i reati contestati sono tentata rapina, associazione con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico ed associazione finalizzata all’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Il gruppo inoltre progettava anche di assassinare Marco Affatigato, un esponente di Ordine Nuovo (accusato di associazione sovversiva è attualmente latitante) ritenuto “infame” in quanto vicino ai Servizi Segreti.