Sergio Marchionne: a otto mesi dalla sua morte, si accende la battaglia legale per la sua eredità

Con la scomparsa di Sergio Marchionne, sono in tanti a voler mettere mano al cospicuo patrimonio finanziario ed immobiliare dell’ex manager italo-canadese. Nella disputa sarebbe coinvolta persino la stessa FCA.

Sergio Marchionne: a otto mesi dalla sua morte, si accende la battaglia legale per la sua eredità

La scomparsa di Sergio Marchionne, oltre ad aver modificato gli equilibri su cui si fondava il gruppo FCA, ha aperto anche una querelle legale avente per oggetto il suo ingente patrimonio. Stando a quanto apparso sul sito del quotidiano digitale Lettera43, sono in tanti a contendersi la sua eredità.

In quella che si prospetta una guerra tra avvocati, è coinvolta innanzitutto Manuela Battezzato, la compagna del manager che ha preso le redini della Fiat nel 2004, quando la più grande azienda automobilistica italiana si trovava ad un passo dal fallimento.

La signora tuttora alla dipendenze della FCA, dal giorno della scomparsa del compagno non ha mai ripreso servizio. Per quanto è dato sapere, in questi otto mesi, tra ferie e altri congedi, non ha mai rimesso piede in azienda. E stando alle indiscrezioni trapelate, difficilmente avrà modo di tornarci: John Elkann avrebbe già dato mandato ai legali di perfezionare la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro.

La questione più spinosa riguarda però l’ex moglie Orlandina, dalla quale Marchionne non aveva mai ufficialmente divorziato. In altre parole anche lei avrebbe diritto ad avanzare diritti sul patrimonio dell’ex coniuge. Tutto ciò complica ulteriormente le cose, ed è per questa motivazione che su consiglio di Franzo Grande Stevens, Manuela Battezzato si sarebbe rivolta ad uno studio legale svizzero.

In questo scenario si aggiungono anche i due figli, Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. Entrambi contestano a Fca la mancata erogazione del bonus di spettanza del padre. In questa contesa si è aggiunta anche la madre, che rivendica un importo che secondo i vertici del gruppo non sarebbe però dovuto. Le regole interne prevedono infatti che il premio venga corrisposto entro il 15 marzo dell’anno successivo a quello di raggiungimento degli obiettivi, ma a patto che in tale data il beneficiario continui a lavorare all’interno dell’azienda.

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