Sequestrati diversi beni al “re delle carni”, coinvolto in affari mafiosi

Grazie alle intercettazioni telefoniche, la Finanza è riuscita a sventare affari e investimenti mafiosi negli alimentari. Arrestato il "re delle carni" Girolamo Taormina, che deteneva il mandamento mafioso di Tommaso Natale

Sequestrati diversi beni al “re delle carni”, coinvolto in affari mafiosi

Un maxi sequestro è stato eseguito nei confronti del cosiddetto re delle carni, Girolamo Taormina. L’operazione è stata portata a compimento dall’Ufficio Misure di Prevenzione patrimoniali della questura che ha sequestrato diversi beni tra cui quattro aziende che rivendevano carne, due supermercati, due immobili e anche un locale notturno risultato di proprietà dell’uomo. 

Girolamo Taormina, 32 anni, è emerso all’interno del controllo mafioso su Tommaso Natale. La vicenda e i vari contatti sono stati scoperti tramite le intercettazioni delle  conversazioni telefoniche rilevate durante l’inchiesta “Apocalisse”. Grazie ad esse gli investigatori hanno ricostruito passo passo la vita di Taormina e di come è arrivato ad assumere questo ruolo così importante in così poco tempo.

L’uomo infatti era un semplice manovale che lavorava in un’azienda edile, un muratore come tanti che non riusciva a sbarcare il lunario. Attraverso i legami con cosa nostra Taormina è diventato in breve il più grande commerciante e distributore di carne nella parte ovest di Palermo. Taormina aveva messo in piedi quattro aziende, regolarmente intestate a prestanome e tutte attive a rifornire i negozi della città. I nomi delle quattro aziende erano: la Vitel Suin Carni, la Punto Carni, la Vita Carni e la Ingross Carni, e in poco tempo erano diventate così potenti che tutti i piccoli esercenti si rifornivano da loro.

L’uomo proteggeva, per così dire, anche i piccoli commercianti che per servirsi da loro avevano dovuto abbandonare i vecchi fornitori e non avevano saldato il conto. I guadagni ingenti derivanti da questo traffico illecito erano utilizzati per l’apertura di nuovi supermercati, uno dei quali si trova in via Simone Gulì mentre un altro era in prossima apertura in via Danimarca.

Nel frattempo aveva anche aperto un locale in via Farone, il “Princess scalea club di Messina Viviana e c. snc“, che era gestito da un altro prestanome. Un giro vorticoso di denaro che ha fatto innalzare la testa a Girolamo Taormina, ponendolo come uomo di rispetto e capace di tenere le fila di un mandamento mafioso. Purtroppo le telefonate analizzate dagli investigatori hanno interrotto la sua ingente attività e per il momento Taormina risulta tratto in arresto e accusato di diversi reati.

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