Sentenza Bussi: 4 giudici volevano denunciare pressioni, ma poi…

Il Fatto Quotidiano è entrato in possesso di un esposto di quattro giudici popolari (su sei) della Sentenza Bussi, che denunciano alcuni comportamenti anomali durante il processo

Sentenza Bussi: 4 giudici volevano denunciare pressioni, ma poi…

Il Fatto Quotidiano, che ha potuto visionare l’esposto di cui stiamo per parlarvi, cita testualmente: Chiediamo di poter essere sentite dall’autorità competente, per poter approfondire i temi sopra accennati, riteniamo di doverlo fare per un intimo senso di giustizia e di appartenenza a uno Stato che dovrebbe essere integrato da istituzioni democratiche”.

Dopo queste parole, sul documento visionato dal Fatto, c’erano i nomi in calce (ma non le firme) di quattro dei sei giudici della Corte d’Assise che assolsero i 19 imputati nella sentenza per la mega discarica di Bussi. Dopo quel processo, infatti, i 19 tecnici di Montedison furono tutti assolti dal reato di avvelenamento delle acque, mentre cadde in prescrizione il reato di disastro ambientale colposo.

Il giornale diretto da Marco Travaglio riassume i punti salienti del documento di cui sono entrati in possesso. Nel documento si legge come il presidente della sezione di Chieti Camillo Romandini, in una cena risalente al 16 dicembre 2014 con Paolo Di Geronimo e con i giudici popolari del processo, avrebbe illustrato a una di loro il “rischio della perdita del suo locale, nel caso in cui avesse concorso a pronunciare una sentenza di condanna, specie per riconoscimento del dolo dei delitti contestati”.

Inoltre, si legge come non fosse possibile per le giudici popolari visionare le carte processuali, che venivano di fatto “sottratte alla nostra presa di visione”. Un altro episodio eloquente viene sottolineato nell’esposto: “Manifestavamo apertamente la volontà di addivenire a una pronuncia giudiziale coraggiosa, in linea con le soluzioni date dall’Avvocatura dello Stato, rappresentata da Cristina Gerardis, e di lì a poco ascoltate in udienza. A fronte di tale spontanea dichiarazione il giudice a latere dottor Paolo di Geronimo ci rintuzzava dicendo: ‘L’avvocato Gerardis fa una sola cosa: rompe‘”.

Si sottolineano, inoltre, le pause di udienza del processo, durante le quali “veniva sin dall’inizio e costantemente ripetuto e palesato ai sottoscritti, reiteratamente, e senza altre spiegazioni giuridiche o sostanziali, che non si poteva condannare gli imputati. Infine, le giudici parlano della sentenza“Le sottoscritte conservavano un intimo convincimento diverso da quello dei giudici togati, e avrebbero gradito di poterlo esprimere nel corso di una regolare votazione. Nonostante l’esposto non sia firmato, la Procura di Chieti ha aperto un fascicolo, per ora contro ignoti.

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