Sempre più giovani reclusi in casa cercano sostanze stupefacenti nel dark web

Sempre più giovani ricercano nel dark web sostanze stupefacenti. Se la quarantena ha contribuito alla contrazione del commercio illegale da strada delle droghe, un nuovo allarme deriva dalla vendita online di oppiacei.

Sempre più giovani reclusi in casa cercano sostanze stupefacenti nel dark web

Se durante la quarantena c’è stata una contrazione nel commercio illegale da strada, i fruitori delle droghe tradizionali, giovani ora reclusi in casa a causa del coronavirus, si rivolgono al dark web per procurarsi oppiacei o narcotici. Assistiamo ad un cambiamento nella compravendita, che avviene non più per strada ma nel cyberspazio.

A lanciare l’allarme è l’Istituto Superiore di Sanità, avvalorato dai dati segnalati dalle forze dell’ordine. Secondo tali dati, una consistente parte di giovani sta mutando il modo di consumare droghe, in questa pandemia che noi tutti stiamo vivendo, nelle regole di convivenza forzata in casa. In particolare utilizzando sempre più strumenti illegali come software segnalati sul web o su siti informativi specifici.

L’allarme è dato soprattutto da questa nuova ondata di oppiacei, in arrivo in Europa, e di cui hanno fatto largo uso le star di Hollywood, denominati fentanili. Si teme si possano comprare illegalmente sul dark web, e ciò comporta una maggiore attenzione nei riguardi dei giovani.

Inoltre è plausibile che, in un periodo di reclusione forzata come questo, i consumatori abituali di sostanze stupefacenti non vadano più alla ricerca di sostanze per favorire la socializzazione in ambienti ricreativi (discoteche, pub, bar, locali di divertimento, ecc), ma di prodotti da consumare in solitudine.

Sono oppioidi sintetici, prodotti a livello casalingo, da cento a mille volte più potenti della morfina. Hanno già causato migliaia di morti negli USA e, secondo gli esperti, potrebbero rappresentare il prossimo grande nemico anche nel Vecchio Continente. Come molte sostanze stupefacenti, il fentanil (o fentanyl) nasce dalla ricerca medica: si tratta di un anestetico con forte attività analgesica che provoca un’overdose irreversibile.

Il centro di riferimento statunitense sull’uso di droghe, NIDA, ha segnalato la pericolosità del coronavirus su soggetti che fanno uso di queste sostanze, ai danni dell’apparato respiratorio. Per questo motivo ha consigliato di vigilare sulle conseguenze che questa pandemia può causare.

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