Medici e sindacati avevano già avvisato che il 2017 sarebbe stato un anno nero per tutti coloro che avrebbero cercato un medico di base. La cifra degli italiani senza dottore si aggira sugli 11 milioni, ma le cose non andranno meglio nei prossimi sei anni: per il 2023 si prevede che 20 milioni di italiani resteranno allo scoperto.
In Italia, i medici di base non sono sufficienti per coprire tutti i bisogni possibili dei pazienti. L’estate, e il mese di agosto in particolare, mostra il problema in tutta la sua verità e gravità. Recarsi in uno studio medico significa dover attendere ore, spesso senza un appuntamento, per poi avere un’assistenza sbrigativa.
Primi tra tutti a vivere la difficoltà estiva sono gli stessi medici che non trovano nessuno disponibile a sostituirli per un periodo di ferie. Si avvicina al 50% il numero dei medici di famiglia che, per avere un periodo di ferie, si turna con un collega dello stesso studio così che i pazienti possano trovare, anche se a ritmo d’attesa raddoppiato, sempre qualcuno. Resta che il 90% dei medici ha ridotto il periodo delle meritate ferie e, per molti, la scelta è stata quella di dimezzarlo. In città, in qualche modo una soluzione si trova, mentre la situazione diventa critica nei piccoli paesi, e nelle località montane più isolate.
Il segretario generale nazionale Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia), Silvestro Scotti, afferma che “Il contratto nazionale prevede che l’offerta medica non subisca variazioni nel periodo estivo, ma negli ultimi anni trovare sostituti è diventato decisamente difficile“. I medici mancano, riferisce lo stesso Scotti, sono migliaia quelli impegnati nei corsi di formazione postlaurea, e solo pochi si rendono disponibili alle sostituzioni. C’è da aggiungere, a tutto ciò, i pensionamenti giunti a scadenza, e osserva: “Entro il 2023, andranno in pensione tra 20 mila e 25 mila medici, ma il sistema ne forma, ogni anno, soltanto 700/800. Procedendo a questo ritmo, occorrerebbero circa trent’anni per riequilibrare la situazione”.
La Federazione, già nel 2007, aveva dato l’allarme: la stima di allora, undici milioni di italiani sarebbero rimasti senza medico di base entro dieci anni, si è avverata. Ora, l’allarme si sta rivelando in tutta la sua concretezza. Le regioni che avvertono più disagi, ad opinione della Fimmg, sono il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Valle d’Aosta, e il Trentino Alto Adige. Mentre le regioni dove, nel giro di sette anni, sono previsti più pensionamenti, sono la Lombardia (2776), il Veneto (1600), ed il Piemonte (1173). La Liguria, entro cinque anni, vedrà il 67% dei medici di base andare in pensione.