"Sei come Ebola, ucciditi": studenti rischiano l’indagine per stalking e istigazione al suicidio

In una scuola media di Roma, è in corso una indagine da parte della Magistratura che indaga su alcuni studenti che hanno istigato una loro compagna al suicidio e allontanata come avesse l'Ebola.

"Sei come Ebola, ucciditi": studenti rischiano l’indagine per stalking e istigazione al suicidio

Al giorno d’oggi, soprattutto tra i giovani, si assiste ad atti sempre più cruenti e tragici di bullismo con i compagni presi di mira. Molti di loro non riescono a farcela e tentano il suicidio. Alcuni studenti di una scuola media della capitale sono sotto inchiesta per stalking e incitazione al suicidio nei confronti di una loro compagna. Scopriamo cosa è realmente successo e come è iniziato il tutto. 

15 studenti di una scuola media di Latina, in provincia di Roma, rischiano una indagine per stalking e istigazione al suicidio. Di questi 15 studenti, ben 7 sono già stati segnalati alla procura dei minorenni della capitale che deciderà cosa fare in merito. La chat di classe di Whatsapp è diventato uno strumento di tortura ai danni della compagna di 13 anni alla quale mandavano messaggi terribili. 

La giovane 13 enne era nominata dal gruppo come Anti-Ebola, dal nome della malattia, invitandola a evitarla, a togliersi di mezzo. Tra i tanti messaggi, alcuni dicono così: “Dovrebbe suicidarsi”. La 13enne ha vissuto il tutto inconsapevolmente dal momento che è stata trascinata per tre mesi in queste conversazioni.

Nei messaggi, gli stessi studenti dovevano anche superare delle prove. Una di queste consisteva nel passarle accanto senza sfiorarla o toccarla. Nel caso la si sfiorasse bisognava uscire dal gruppo in quanto vi era rischio di contagio. Tra le altre prove, anche imitare la sua postura prendendola in giro e bullizzarla.

La 13enne aveva intuito che qualcosa stava succedendo, anche perché i suoi voti a scuola hanno subito un peggioramento. Una ragazzina del gruppo ha deciso di confessarle tutto. La 13enne, parlandone con la madre, ha deciso di denunciare il tutto rivolgendosi alla polizia postale. Nel frattempo, la magistratura continua a indagare e capire come sia stato possibile tutto questo. Monica Sansoni, il garante per gli adolescenti, prevede altri colloqui con gli studenti.

Continua a leggere su Fidelity News