Come di consuetudine Papa Francesco, durante il suo viaggio di ritorno a Roma dal Bangladesh, si è intrattenuto con i giornalisti rivelando loro che ad attirare e a convertire gli uomini al Vangelo non sono le “spiegazioni apologetiche” o gli sforzi persuasivi degli uomini di Chiesa, ma la grazia dello Spirito Santo che rende i seguaci di Cristo capaci di rendergli testimonianza con la loro vita.
A provocare la riflessione del Papa è stato un giornalista francese che gli ha chiesto se ci fosse una “priorità” tra l’evangelizzazione e il dialogo con le religioni per la pace, considerato che molti “contrappongono evangelizzazione e dialogo“, e che a volte “evangelizzare significa suscitare conversioni, che provocano tensioni tra credenti“. Papa Francesco, citando il suo predecessore Papa Ratzinger, ha chiarito che “evangelizzare non è fare proselitismo“. La Chiesa infatti “cresce non per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza” indicando alcuni passi del Vangelo come fonte d’ispirazione cristiana: le beatitudini, il capitolo 25° di Matteo, la testimonianza del Buon Samaritano, il perdono. “E – ha affermato il Papa – in questa testimonianza, lo Spirito Santo lavora e ci sono delle conversioni“. La testimonianza vissuta nel rispetto, ha detto ancora Papa Francesco, porta alla pace che si rompe quando si cerca il proselitismo.
Tutto ciò che non viene dallo Spirito di Cristo non porta alla conversione dei cuori, ha suggerito Papa Francesco. I molteplici progetti di animazione missionaria, che fanno riferimento solo al dialogo per una mediazione culturale o solo all’annuncio identitario per affermare le verità cristiane, rischiano di essere solo uno sforzo sulle spalle di pochi.
Papa Francesco, ha ricordato che da sempre la Chiesa ritiene sia lo Spirito di Cristo a convertire i cuori. Da San Paolo, apostolo delle genti, alla Redemptoris Missio di Papa Giovanni Paolo II, la Chiesa sa che ogni suo impegno “non gioverebbe a nulla, tutto cadrebbe a vuoto, se Dio, con la sua grazia, non toccasse i cuori dei pagani per renderli docili e attirarli a sé“, come scriveva Papa Pio XI nella Rerum Ecclesiae, un’enciclica missionaria.
Ad un giovane giunto a Cracovia, per la Giornata mondiale della Gioventù, che aveva chiesto a Papa Bergoglio un suggerimento per convertire un compagno ateo, Papa Francesco ha ricordato d’avergli detto: “l’ultima cosa che devi fare è “dire” qualcosa. Tu vivi il tuo Vangelo, e se lui ti domanda perché fai questo, allora spiegagli e lascia che lo Spirito santo lo attiri“.