Ha destato un’enorme ondata di sdegno l’aggressione subita da alcuni carabinieri a Nesima (Catania) lo scorso7 maggio. L’accaduto era stato taciuto fino a pochi giorni fa, quando è emerso un video che ha fatto esplodere la polemica riguardo alla connivenza dei cittadini nei confronti dei criminali; una realtà purtroppo molto ben consolidata in molti piccoli centri d’Italia.
I fatti sono stati i seguenti: lo scorso 7 maggio i carabinieri hanno dato il via all’inseguimento di una Smart che aveva saltato un controllo, mancando di fermarsi all’alt. A bordo della vettura c’era un trentenne già noto alle forze dell’ordine. A quel punto ne è una caccia all’uomo ad alto tasso d’adrenalina, risoltasi quando l’auto criminale ha imboccato una strada senza via d’uscita.
A quel punto il fuggitivo sembrava in trappola, ed i carabinieri gli si sono fatti incontro. In un disperato tentativo di guadagnarsi una via di fuga, il sospettato ha cercato di travolgere i militari con la Smart, ma questi ultimi hanno risposto esplodendo alcuni colpi di arma da fuoco sull’automobile per bloccarne la corsa.
Quando infine i carabinieri sono riusciti a costringere il criminale ad uscire dal mezzo, il picco d’alta tensione sembrava oramai scemato; ma i militari non avrebbero potuto immaginare cosa sarebbe accaduto da lì a poco. Perché i cittadini di Nesima, allarmati dagli spari e dalla confusione, si erano nel frattempo raccolti sul luogo dell’arresto.
E proprio mentre le forze dell’ordine stavano ammanettando il criminale, hanno dato il via alla rivolta: schiaffi, pugni, calci, minacce e strattoni ai carabinieri, un vero e proprio tentativo di linciaggio per impedire l’arresto del fuorilegge e permettergli di fuggire. Sul luogo sono poi giunti i rinforzi, ed a quel punto la situazione è stata riportata alla normalità.
I carabinieri aggrediti hanno riportato lividi, escoriazioni e ferite minori, oltre ad un grosso trauma. Il filmato è stato caricato sulla pagina Facebook “Donne dei Carabinieri“, ed ha subito generato grandissimo sdegno negli utenti sul web; in particolar modo in molti cittadini catanesi onesti, che si rifiutano di riconoscersi in una realtà del genere e nella condotta dei loro compaesani.